Stoltezza giovanile

Il titolo del quadro allegato (acrilico su tela cm 140 x 70): Riposo di barche


www.eugenioguarini.it


Guarini Newsletter


Stoltezza giovanile


Per esempio, viene il momento in cui ti rendi conto di quanta responsabilità comportassero le scelte che hai fatto nell’entusiasmo e nella leggerezza giovanile.


A volte ti viene il pensiero: se tornassi indietro non mi prenderei quest’impegno. Con l’età – mi sembra di notare, man mano che vado avanti negli anni – i compiti in cui ci troviamo invischiati appaiono in tutta la loro complessità, difficoltà, pesantezza… è a questo punto che rischiano di schiacciarci – non prima. Come se un difetto di vista ci avesse prima consentito di intraprendere; mentre, ora che vediamo meglio…


C’è una figura de I Ching che si chiama Stoltezza giovanile. E l’immagine che vi è associata è decisamente positiva, promette bene. La stoltezza giovanile viene paragonata ad una sorgente che scaturisce dal monte e incomincia a scorrere. Man mano che scorre si apre la sua strada, e se precipita in un avvallamento, sarà continuando a scorrere che ne uscirà, dopo averlo riempito. E’ dunque la vitalità ingenua, più che la saggezza – che dovrà essere appresa in seguito – a costituire la garanzia dell’impresa.


Che invidia per la vitalità della stoltezza giovanile!
Come ho sempre ammirato e ancora oggi ammiro la gioiosa operosità che investe le energie, la fiducia, l’immaginazione, nel disegnare nel mondo la propria storia.


Una volta pensavo molto di più al risultato, alla meta verso cui tendevo e avrei voluto bruciare le tappe. Adesso sarei felicissimo se l’operosità quotidiana, la gioiosa fiducia nella vita, il piacere del movimento delle mani, delle gambe e della mente, gli slanci dell’immaginazione, la sorpresa degli aventi, di distendessero comodamente, senza fretta, in ogni ritaglio di tempo delle mie giornate, dando sostanza a questo viaggio che mi porta chissaddove, e così interessante mentre procede.


Paradossalmente, oggi che conosco meglio la mia inadeguatezza rispetto a quasi tutte le cose che ho intrapreso e che spingo avanti come posso, percepisco più gusto per le piccole realizzazioni di ogni giorno, come se si fosse creato, col tempo, dentro di me, una migliore capacità di gustare quello che avviene.


E tengo duro: voglio un viaggio vivo, ogni giorno, verso una meta che so definire sempre meno, ma che penso sia in grado di colmare la fame, la sete, la lunga attesa…, strada facendo.


MEMO


Inaugurazione della mostra di Tania Bocchino e Margherita Ricardi Eloge de l’ombre, sabato 5 luglio, Villa Bernocchi, Premeno (Verbania), ore 17.00

Categorie: Eugenio Guarini