Il paradosso della bellezza

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Verso il Nivolet


La meteorologia quest’anno è assai volubile.


Alzandomi ho visto il cielo terso e sono partito. Approfittiamone! – mi son detto.


Ceresole e poi oltre, verso il Nivolet. Al Serrù mi sono fermato per una sosta e le marmotte scorrazzavano tranquille a 10 metri.


In queste passeggiate resto regolarmente stordito dalla “quantità” di bellezza che c’è sulla Terra. L’occhio si rende conto che non ne può gustare che un piccolo assaggio.


Ho sempre pensato che una bellezza senza un occhio che l’apprezzi è una sorta di paradosso. Qualcosa di assurdo.
Eppure, in montagna, sembra che tanta bellezza ci sia indipendentemente dall’essere guardata.


È possibile una bellezza… per nessuno?
Non sarebbe una bellezza… sprecata?


Dove porta questa considerazione?

Categorie: Eugenio Guarini