Chi parla, quando parliamo?

Il quadro allegato: La noia talvolta, acrilico su tela, cm 100 x 100


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Chi parla, quando ci parliamo?


Il mondo continua ad essere bello nella sua vivacità, spesso caotica, quasi sempre nebbiosa, opaca, indifferente al desiderio di trasparenza che abita l’intelletto. Spesso appare come un polipo, in acque torbide, e il movimento dei suoi tentacoli resta nell’ombra, preponderante…


È il richiamo della sua vitalità che fa vibrare il diapason di cui dev’essere costruito il nostro cuore. Che il richiamo della vitalità subisce oltre ogni tutela razionale, costi anche la morte.


E semmai s’interroghi, a freddo, sulla drammaticità di avere un desiderio infinito a fronte di una natura indifferente, quale altra conclusione che quella di Leopardi, che seppe vedere e dire senza infingimenti?


Come piccola e inerme appare la nostra ragione di fronte alla sorda vitalità dell’universo! E come è commovente l’appassionato sforzo della scienza di balbettare qualcosa sul funzionamento delle cose! E che dire del volo audace delle religioni di imbrigliare in una teologia il funzionamento del mondo e della vita?


Eppure gli umani, pur nelle lotte, nei travagli, nelle abiezioni, nel tormento, hanno costruito qualcosa insieme, collaborando. Pur dilaniandosi periodicamente in lotte fratricide, pur erigendo muri e torri di babele, gli umani hanno costruito insieme città e filosofie e musica e arte e strade e mezzi di trasporto e straordinari strumenti di comunicazione.


L’audacia degli umani nel perseguire i miracoli che sognano è straordinaria.
La testardaggine degli umani di scoprire-inventare il senso della vita è stupefacente.
La cura degli umani nel tentare di scaltrire i linguaggi affinché ci si capisca è veramente encomiabile.


Noi dobbiamo parlarci, tentare di capirci, andare a fondo alle cose, inventare linguaggi che consentano il fluire tra di noi dei nostri pensieri, delle domande e delle supposizioni, della radiografia di noi stessi.


Perché noi non ci vediamo ancora abbastanza l’un l’altro. Andiamo per approssimazioni, anche quando facciamo l’amore. Siamo ancora molto distanti, anche se le nostre pelli si toccano.


In noi parla ancora Il Linguaggio, come ha scoperto lo strutturalismo.
Noi dobbiamo ancora scoprire-inventare i modi per sfuggire dal “si dice” per poterci dire davvero.


Fino a quel momento, saranno i linguaggi, le dottrine, le ideologie, i sistemi, a parlare tra loro, attraverso le nostre bocche.

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