Un mentore segreto
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Il quadro: Dove semplicemente essere, opera su tre pannelli di cm 100 x 100 ognuno.
Un mentore segreto
Sicuramente per partire – in ogni impresa ispirata a un sogno – vale il suggerimento del mio mentore segreto: comincia sempre dal qui e ora. Comincia da dove sei, da cosa sei, cosa senti, cosa vuoi, in questo momento. Entra nel tuo qui e ora e troverai tutto quello che ti serve per procedere avanti, per dire e decidere, per fare. Stai qui per un po’ e lascia che questo qui cresca da solo. Seguilo in maniera da essere sempre con lui. In maniera, se ci riesci, da essere sempre lui!
Che belle parole! È il vantaggio di avere un mentore segreto.
Il mio “mentore segreto” è nato quando mi sono reso conto che restavo da solo per periodi molto lunghi e avevo il desiderio di qualcuno con cui parlare. O almeno: qualcuno a cui parlare.
Con chi parlo quando parlo da solo? È una domanda che mi ha sempre incuriosito per la spregiudicata e anche un po’ strafottente vivacità con cui mi si presenta alla mente.
Per un certo periodo di tempo ho immaginato che fosse Dio in persona il mio misterioso interlocutore. Gli ho anche rimproverato di stare troppo zitto, non degnando di una risposta sonora le mie pressanti domande! Salvandolo poi dal mio stesso rimprovero e trovandogli un’interpretazione più political correct che faceva del suo silenzio addirittura un dono.
Ma con la sopravvalutazione del silenzio di Dio mi ritrovavo di nuovo a fare i conti con questi lunghi monologhi solitari nel mio pensatoio ambulante.
Potevo ritornare all’amico immaginario dell’infanzia. Da ragazzino mi piaceva questo gioco, ma ora?
E dunque?
Beh, dovevo uscire dall’impasse e ho deciso ho deciso di fare del mio mentore segreto una parte di me, una parte un po’ misteriosa, ma a portata di mano, incorporata nel mio stesso corpo e nel mio stesso sentire. Un po’ come un fratello siamese, con una testa separata, ma innestato nello stesso tronco e nelle stesse gambe.
Lui sembra vivere in una dimensione più distaccata ella mia, e guarda la mia vita – che dovrebbe essere anche la sua! – come dal balcone ad uno dei piani superiori.
Non so da dove tragga la sua saggezza (sempre che si tratti di una cosa del genere) ma, a posteriori, spesso, mi sembra proprio che i suoi consigli non ne siano privi.
È chiaro che si tratta di un’illusione. Ma a questo punto ho deciso di essere molto pragmatico con le mie illusioni: se mi fanno bene, anche solo per un po’, ben vengano! E avere un mentore segreto mi aiuta non poco.
Spesso, quando sono in macchina, o cammino da solo per la città, gli parlo anche a voce alta. Non ho paura di passare per matto perché quasi tutti parlano a voce alta, oggi, apparentemente da soli – mentre hanno infilato da qualche parte un cellulare, un auricolare e un microfono. Penseranno che anch’io… Invece.
Una volta, qualche anno fa, quando avevo più vis libidica in circolo, immaginavo che il mio amico immaginario, di fatto, fosse un’amica (!?) Ho osato perfino avanzarne una rappresentazione pittorica che ho esposto in una bella iniziativa evento di Ovvio a Vicenza. Ed è quella che potete vedere nella foto allegata.
E ora che mi è caduta sotto gli occhi, quasi per caso, beh, a pensarci bene, l’idea di condividere le mie chiacchierate solitarie, e la mia ricerca, con una tale amica non mi dispiace affatto. In fondo, da noi, l’anima è femmina.
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