Nostalgia
Il quadro: Over
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Nostalgia.
Tutte le sere li depongo nel cestino accanto al letto – i sogni, per ritrovarli subito, appena sveglio.
Quanto tempo è che sogno? La mia carta d’identità ha quasi settant’anni. Mi sembra, ora, di aver vissuto solo un giorno, questo giorno che non finisce mai, e che sembra essere sempre solo come l’alba: che il giorno vero debba ancora arrivare.
E non sono neanche tanto sveglio.
Afferro i contorni delle cose come attraverso un vetro opaco.
E tocco la superficie della vita, non il cuore.
E quanto all’appetito, è sempre solo come all’aperitivo.
Le donne, eh sì, le donne il sapore intenso della vita ce l’hanno addosso e dentro. Anche quando non lo sanno. E gli innamorati cercano le favole frugando con le dita tra i loro capelli. I poeti fioriscono versi incantati quando fremono d’amore. E che dire dei compositori? I più fortunati di tutti, che dicono in note le loro intense emozioni, senza dover ricorrere al vocabolario e alla sintassi. Innamorati e artisti possono sentirsi tanto vicini al punto X. E probabilmente anche conquistatori, leader e avventurieri…
Quando sento la stanchezza a sera, vedo la grande marcia degli umani verso la meta. E provo una strana nostalgia. Nostalgia di casa, credo.
Domattina, da riposato, sarà tutto uno scattare di guizzi, ma questa sera… che nostalgia!
Sì, lo so. Si dice “il viaggio”, più che la “meta”. Ma la Terra Promessa?
MEMO
Vorrei ricordare l’iniziativa espositiva di sabato 8 marzo a Maggiora: LA VITA NELLE MANI, Quella del linguaggio dei segni. Forse perché le modalità espressive mi toccano profondamente o forse perché commosso da un film che tutti abbiamo visto, questo approccio al linguaggio dei segni mi tocca particolarmente.
Trascrivo qui il link che illustra splendidamente l’iniziativa: http://www.castelloconti.it/ilrossodelledonne/2008/tizeta.html
Dateci un’occhiata.
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