Ritornare alle “cose”

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Il quadro qui allegato: Pesci. E’ un acrilico sun tela di cm 100 x 100, realizzato con la spatola grande (quella che si usa in cucina per le torte) 


Ritornare alle “cose”


Nel fondo marino della vita personale ci sono entità che si muovono e a cui forse non abbiamo ancora saputo dare nomi appropriati.
A volte li chiamiamo sentimenti e la questione è rimandata. Come quando si dice: sento un  desiderio d’infinito. Oppure: le cose che faccio sono belle, ma non mi bastano! O anche si parla d’inquietudine, di ambizione, di insofferenza, o di noia, o di mancanza…


Io penso che siamo ancora un mistero a noi stessi.
E che viene il momento in cui la coperta di parole con cui abbiamo tentato di decifrare l’anima si mostra troppo corta. Lascia i piedi allo scoperto, o il seno. E che vien voglia di buttarla a lato e ricominciare daccapo.


Quando hai già un linguaggio in testa e ne senti l’insufficienza, senti l’imbarazzo di stare tra il non pensato e il non pensare. Per fortuna che – oltre agli ingegneri – nascono anche gli scrittori, i romanzieri, i narratori, gli esploratori dei segreti che stanno sotto la pelle.


E ti imbatti in entità nascoste. Qualcosa più che sentimenti. Sono “cose”. Cose che operano. E a cui un tempo avrebbero dato il nome di divinità. Vere e proprie potenze. Demoni, forse. Come quelli di cui parlano Socrate e Platone.


Chi sta dietro questa voglia di andare oltre? Di aprire un varco nel muro che ci separa dall’altrove? Che mistero si cela dietro la voglia di intraprendere, di rischiare, di scommettere?
Perché non ci rassegniamo ad accontentarci di tutto quello che abbiamo?
E perché ci piace tanto l’eccitazione della mente, il fascino dell’impossibile?


Ed ecco che, oggi, in molti, anzi moltissimi, si cercano forme espressive nuove e capaci di dire tutto quello che ancora di noi non siamo riusciti a dire. Che nell’arte vogliamo uscire dai nostri confini, e, nella danza, quasi dalla pelle. E nella musica strappare il velo della buona creanza e negli sport estremi toccare l’aldilà almeno per un attimo.


Siamo, allo stesso tempo, alla ricerca di Qualcosa e di Chi siamo.

Categorie: Eugenio Guarini