Apprendista

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titolo del quadro: Energie di profondità (divampare)


Apprendista


Alla fine ho riscoperto di essere solo un allievo, uno studente, un apprendista. Non un guru. Che sto ancora imparando a rispondere al mio bisogno di pienezza, di abbondanza, di prosperità in ogni senso, materiale e spirituale.


Forse un motivo del mio malessere di quest’anno di disagi e malattia – e anche il suo significato nascosto – è connesso con questo semplice fatto: non sono un guru, non devo atteggiarmi a guru. Sono un allievo, uno che studia, uno che apprende, che desidera apprendere, e che sinceramente si è messo per questa strada di apprendimento.


Niente recita dunque. Pulire dalle incrostazioni di facciata.


Ritornare in me stesso vuol dire ritornare ad essere uno studente della vita. Come ama dire la cara amica Anna Maria (siamo iscritti ad una scuola informale chiamata Vita…).
Che le cose che ho appreso, i piccoli progressi che sono riuscito a fare, li devo ai maestri di cui ho sentito, letto, il messaggio. Riflettendoci sopra. Cercando di ricondurlo a me, a quello che sono. Persone che hanno speso una vita intera nella ricerca di questa saggezza profonda, antica e nuova. Che hanno dedicato con costanza, impegno, la loro mente e il loro cuore, a questa ricerca.


E che quello che scrivo ai miei amici – che ho sentito tanto vicini in questo periodo di crisi, e che mi hanno regalato conforto e suggerimenti e anche delle sane lavate di capo – è la storia di un viaggio d’apprendimento nel mentre si compie. Convinto che anche questo, che forse è la sola cosa che so fare un po’ dignitosamente, ha un senso, un suo valore, una sua utilità.


Man mano che mi riavvicino a quello che sono, che scopro la dimensione sincera di ciò che costituisce il mio nucleo, che sento il profumo dell’integrità ritrovata, avverto un segnale piacevole, senza dubbio indicativo. Una sorta di sorriso interiore, che emerge da dentro, in tutta spontaneità e che rende la mia giornata luminosa fin dal mattino.


Che differenza dai giorni oscuri, quando al risveglio erano le mie colpe a venirmi a trovare. Con il dito accusatorio inesorabilmente puntato verso di me!


Dunque qualcosa è avvenuto. Qualcosa sta avvenendo. E ho tanta voglia di rimettermi ad apprendere, di ricominciare l’avventura della vita. Di riaccostarmi alle cose che contano: la fede, la creatività, il sogno, l’amore…


Le cose appaiono di nuovo nella loro bellezza. Una bellezza che sboccia. Si sente che non è ancora la fioritura piena. Ma è molto promettente. Sì, dico sul serio, molto promettente.


Un cambiamento si era spinto avanti, nelle falde sotterranee dell’essere, mentre io continuavo a recitare la parte sul proscenio.
Ora era tempo di riscrivere il copione. Più semplicemente: di lasciarlo venire alla luce.

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