Pane e conti…

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Il quadro: Scorfano e dintorni!


Il pane non basta, né i conti…


Era molto bello l’inizio del giorno. E anche le riflessioni durante le cose. Le cose da fare. Le cose che sono successe. Le cose pensate. Le cose immaginate. Il gioco della fantasia. E tutto il resto.


Io lo so che non ci possiamo misurare soltanto su quello che entra e che esce, in denaro. È una prospettiva troppo piccola. Ci vuole – lo dicono tutti e hanno ragione – ma è troppo poco. Lo dice anche il detto: non si vive di solo pane. Io sono d’accordo. C’è, si deve, ma non basta.


E allora io mi domando che cosa? Cosa sto cercando in più? Oltre?
Tutti si fanno questa domanda. L’ho capito parlando con  le persone. Ultimamente con Paola.


Ci sono i soldi, i conti, il carico delle uscite. E sembra che tutto si rinchiuda in questi dannati numeri. Ma non è così. Per nessuno. C’è sempre qualcosa che va oltre i numeri.


E tu ti domandi: cosa diavolo sono qui a fare? Possibile che scorra i miei giorni soltanto a fare il conto della partita doppia, a vedere come stanno tra loro entrate e uscite?


Era molto bello l’inizio del giorno e io credevo di non essere nemmeno qui. Ero da qualche altra parte, certamente. Ero altrove rispetto a qui. Era molto bello. Si giocava col tempo, col mondo, con l’universo. Era possibile che succedessero miracoli. Si sognava cosa c’era da fare. Ogni giorno era come un rebus. Molto divertente. Noi dicevamo all’Altissimo: giochiamo. Io sorprendo te e tu sorprendi me.
Alcuni sanno cosa voglio dire.
 
Le ore passavano. Scorrevano. E portavano sorprese. E sembrava che vivere volesse dire proprio questo: assistere a cose meravigliose.


E facevamo progetti. Io ne facevo, per conto mio, e sapevo di altri che almanaccavano, che architettavano e disegnavano progetti e sogni.


Io dicevo: che meraviglia inventare, scorrere, vedere, rispondere, architettare…
Io dicevo tra me e me: è sorprendente, grazie! Come si fa?


E ti giuro, non sapevo dire esattamente dove stavo andando. Se me lo avessi chiesto avrei composto versi. Avrei danzato, forse. Probabilmente non ti avrei soddisfatto con la risposta. È troppo fuori. Ma dove stiamo andando? E che ne so. So solo che tutto questo è troppo, tutto questo è vita, un aperitivo irresistibile.


E ho fatto questa natura morta – come si chiamano – con questo scorfano ripulito e il contorno, che aspetta…

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