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Procedere a fiuto


Ecco. Questa volta si tratta di un cane.


Ho fatto altri animali in questi nove anni di vita d’artista. Dei torelli, dei cavalli – erano connessi con l’energia impetuosa, in un certo senso, una sorta di entusiasmo del vivere e trafficare con l’avventura.


Questa volta è un cane.
Qui c’è qualcosa che mi appartiene, a sua volta.
Qualcosa di più femminile, forse.


C’è una figura de I Ching – Il Seguire – che esercita su di me una certa attrazione. Seguire è un po’ l’arte di navigare con la vita, lasciarsi guidare, lasciarsi portare. Ma non in maniera passiva e da vittima.
Il cane è un segugio. Va in cerca di qualcosa, e segue il fiuto. Un seguire attivo, dunque. Ma comunque, un seguire.


È forse un modo di procedere che, tutto sommato, richiede meno sforzo. Non è una lotta contro qualcosa. È un andare attivamente dietro i segnali che trovi tra le cose, negli eventi, nella vita – per dirla con una parola generica.


Oggi mi allineo a questa “strategia” (!) un po’ in tutte le cose – quelle del lavoro (mostre, incontri, decisioni operative…) e quelle della mia vita personale (salute, buon umore, recupero delle energie, della gioia di fare, dell’innocenza…).


Apparentemente il “seguire” è una rinuncia. Rinuncia a qualcosa che nella nostra cultura ha un certo apprezzamento: la volontà di imporre al destino le proprie decisioni, i propri progetti, la realizzazione dei propri obiettivi.
Ma è un’apparenza.
Di fatto è un modo di procedere che sceglie la linea di minore resistenza. Un po’ come fa l’acqua nel seguire la pendenza, colmando ogni avvallamento, e continuando a scorrere verso il mare. Evitando lo scontro, colloca la propria energia nelle circostanze della vita, in uno scenario di alleanza e di sinergia.


Io non sono un conoscitore del mondo e del mercato. Non saprei dare dei consigli di sostanza a chi vuole sfondare in un certo campo, o vincere in borsa. Non saprei proprio da dove cominciare se mi chiedessi come fare a diventare miliardario.


Ho imparato un po’ a gestire il mio umore, a rigenerare le energie, a ritrovare l’innocenza, la meraviglia, il gusto per le cose che faccio, ogni giorno. Si tratta del proprio benessere? Certo che sto bene. Il mio corpo è ancora giovane e le mie giornate scorrono nella gioia.


Queste cose hanno acquistato la precedenza rispetto agli obiettivi di successo sul mercato. Solo dopo essermi occupato di queste cose, mi metto a lavorare per ottenere dei risultati materiali: i mezzi per continuare l’avventura.


Non è certo un modello per la vita d’azienda.
Però – a stare a quel che sento e quel che vedo – c’è da chiedersi se il dinamismo dell’azienda oggi non sia compromesso almeno un po’ dallo stato di salute, fisica e mentale, delle persone che ne subiscono la tirannia. E forse, la tirannia della disciplina d’azienda, scaturisce dalla volontà di imporre (al mercato, ai dipendenti…) i proprio obiettivi, le proprie strategie, i propri modelli di organizzazione…


Ci sono alternative?


NOTIZIA
Ricordo l’incontro romano con Rick Jarow: Crea il lavoro che ami. Vocazione e carriera.


Conferenza 21 giugno e Workshop 24/25 giugno a Roma. Con Rick Jarow per incoraggiare l’espressione della vera identità personale, della voce interiore in azione nel mondo del lavoro. Una rara e preziosa opportunità per tutti coloro che desiderano liberare il lavoro dalla paura.
 
CONFERENZA
Mercoledì 21 Giugno 2006
ore 19.00


Facoltà di Architettura
Aula Magna G.Ersoch
Via Aldo Manuzio, 72
(ex Mattatoio) – Roma


Ingresso libero
 
SEMINARIO
24 – 25 giugno 2006, ore 10-13 / 15-18
Centro Internazionale Canossiano
Via Bessarione, 33 – Roma
PER INFORMAZIONI


Studio Aperto Alleanza di Genti
Firenze, Lucca


Gabriella tel. 340 – 34.30.154


Julia tel. 328 – 61.30.384


Giuseppe tel. 06 – 55.36.35.32
338 – 66.78.858

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