Appassionatamente

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Il quadro: Appassionatamente (acrilico su tela, cm 100 x 100)


Appassionatamente.


Il modo migliore di imparare che conosco passa attraverso l’applicazione accurata e appassionata a ciò che viene da me, che risulta essere spontaneo, proprio mio, seguendo non solo le cose che desidero fare, ma anche il modo con cui mi viene bene di farle.


Come tutti – credo – ho da vincere la pigrizia, gli stati d’animo, gli umori che inquinano la gioia, e le abitudini – il che vuol dire conquistare flessibilità. Diventare un sì – come mi piace dire.
Questo impegno, che comporta certamente lavoro, sforzo, coraggio, è più appagante se sto lavorando su qualcosa di mio, se sto cercando di valorizzare i miei punti di forza, se sto interpretando me stesso ed esprimendo me stesso così come sono.
Risulta meno appagante – e in fin dei conti dispersivo di energia e di gioia – se i compiti vengono da fuori di me, da una logica che non ho elaborato io e non interpreta me stesso.


La libertà di essere secondo se stesso è diventata il DNA di ogni libertà. Io credo che siamo a questo punto.


Lo so benissimo che si deve essere pronti a rinunciare a qualcosa di egoistico quando ci sono in ballo valori umani forti e sentiti – per esempio provvedere alla salute e all’alimentazione dei figli, o onorare l’amore. E sono pronto a farlo perché amore e cura dei figli è un valore importante per me. Ma questi sacrifici sono il sì detto in certe circostanze, non una regola perenne di vita.


Più spesso queste alte motivazioni sono un alibi.
Cosa si trasmette a figli e amanti sacrificando i propri sogni?
Cosa si trasmette se non il messaggio: la vita e i sogni non valgono. Comanda la prigione?


Applicandosi a sé, sviluppando con cura i propri talenti, rispettando le richieste della nostra natura-corpo, noi restiamo in contatto con la forza della vita, con l’energia della natura. E portiamo nel lavoro di produzione la freschezza dello spirito creativo.


Ma anche l’organizzazione del nostro lavoro non deve essere necessariamente l’adeguamento a modalità insegnate nelle scuole o date per scontate. Applicandosi con passione a se stesso, a ciò che si ama, al modo in cui si ama procedere, nasce anche un’organizzazione personale ispirata e calzante del processo di produzione.
Si impara incessantemente, aderendo a se stessi e impegnandosi con cura a ciò che si ama. La seconda volta che si fa una cosa la si fa meglio. Si ama farla meglio. Si sa farla meglio.


Ed entrare nel mercato, rendersi visibile, pubblicizzare i propri prodotti o servizi, deve necessariamente sottomettersi a una scuola esterna? Tutti imparano da maestri e da libri e da scuole. Ma si deve restare degli eterni discepoli?
Nel momento in cui si esce da questa situazione, si sa che non ci sono leggi obbligate, regole immutabili. Si esplora il nuovo trovando il proprio modo di fare il prezzo, di contrattare, di rendersi visibili, di fare marketing. Il proprio modo viene dalla stessa cura appassionata che ha guidato la produzione. Dall’amore appassionato per la libertà di seguire se stessi.


Io non voglio lavorare. Io voglio essere me stesso, esprimermi liberamente e con passione. Trovare nei risultati il riconoscimento della bellezza della mia avventura. Inventare le modalità mie di stare nel mondo così com’è, ma senza esserne schiavo.


Non voglio che la creatività sia una delle tante scuole a cui mi sottometto. Voglio che la creatività sia la mia avventura, il modo in cui io conduco la mia nave nell’oceano della realtà. Fino alla meta.

Categorie: Eugenio Guarini