Il tutù

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Il tutù

Ho alcune cosine che ti volevo dire, Benna.

Perché tu mi guardi incerta, dubbiosa – direi piuttosto critica, a volte anche sprezzante. E scuoti la testa con quel sorrisetto un po’ imbecille che simula superiorità ma che nasconde smarrimento.
E poi ripieghi sul fatto che ho la voce stanca e che forse sono un po’ tesa. Come se questo mi potesse appiattire verso il basso.
Perché tu, la stanchezza felice non lo sai ancora cos’è.
Perché tu, che cincischi con tutte quelle formule di cortesia, non hai ancora deciso quale stanchezza è sana e quale è perdita di carburante da un fondo a colabrodo.

C’è un sole, stamattina! E un’aria tersa. Viene voglia di camminare. Di muovere il corpo. Di respirare. Di sentire la pressione giusta dentro il cervello.

Tu mi dici che volevi fare quel corso, cos’era? Di Gestalt? Insomma, qualcosa del genere. Ma che costa troppo. E vorresti qualcosa a buon mercato, tanto per vedere di che si tratta. Una cosa del genere.

Ci sono i libri, dico io.

Ma i libri sono solo libri – rispondi tu.

Ma Benna! Dove hai messo tutta quella materia cerebrale che ti è stata regalata per nascita?

A volte non ti capisco. Parli tanto – ma proprio tanto. E giri sempre attorno alle stesse cose. Ma vuoi o non vuoi?

Mio marito è morto da due anni. E ho queste due bambine – la luce dei miei occhi. Mi do da fare con le fisioterapie e, la sera, dipingo e scrivo mail. Lo sai quanto ci tenga. Non credere che il fatto di avere quarant’anni m’imbarazzi più di tanto. Tu ne hai due meno e mi sembri un’allocca, una di quelle anatre col tutù, che aspettano un colpo di vento per far vedere le mutandine. Ma dove hai messo quella materia grigia che la natura ti ha dato.

Sono sei anni che mi fai gli stessi discorsi. E al solito problema, che è quello di vivere davvero e di intraprendere, rispondi sempre allo stesso modo: un nuovo corso, un nuovo master, dove ti aspetti che arrivi uno sciamano che ti smuova e ti faccia vedere…

Ragazza mia – ti sono amica – tu sei messa storta. Tu vuoi rimanere eternamente studentessa universitaria… Ma quando ti deciderai a fare davvero la tua vita?

Non sai correre un rischio che sia un rischio, e fai i conti come una bottegaia dal culo stretto.
Hai delle ragnatele nel cervello. Non vedi da che parte soffia il vento.
Cerchi un posto fisso e garantito e trascuri di sviluppare i tuoi talenti.
Sono due anni e mezzo che pensi di comprare un portatile e di connetterti a Internet, e ancora non l’hai fatto.
Ma, Benna, vuoi o non vuoi?

Sì, lo so, che ti curi la cellulite, e che fai Yoga, e che vai in piscina. Lo so che stai attenta a non prendere peso e che usi lo shampoo satinante… Mi sembri proprio un’ochetta con il tutù, in attesa dei colpi di vento.
Da te non sento che lamentele e lunghe giustificazioni.

Ma la vuoi smettere? La vuoi smetterla di rompermi?

Eugenio Guarini
http://www.eugenioguarini.it

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