Categoria : Eugenio Guarini
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Il quadro: Betelgeuse in Orione
Mio figlio Jacopo una volta mi ha detto: “Perché non dipingi il cielo?”. Mi è rimasto attaccato addosso.
In questi giorni mi sveglio molto prima dell’alba e vado sul balcone est ad osservare il cielo stellato.
Non solo mi sento piccolo in un universo immenso, mi sento ignorante. Identifico solo poche stelle, riconosco soltanto Orione oltre alle due Orse.
Per migliaia di anni i nostri progenitori, vagando per mare o per i deserti, hanno osservato il cielo, lo hanno disegnato, lo hanno imparato, hanno costruito orologi astronomici che ne rappresentassero i movimenti, hanno imparato a servirsene per viaggiare, per l’agricoltura, per costruire i templi…
Il cielo, il divino, il mistero, erano parte dell’esistenza, del senso degli eventi, dei pensieri, delle preghiere, dei riti.
Il cielo è un grande dimenticato nella mia vita cittadina. È semplicemente uscito dallo sguardo. Ora mi accorgo che ne ho bisogno, che guardare il cielo mi accende una sensibilità importante dentro. In qualche modo devo recuperare il rapporto con il cielo.
E ho cominciato a dipingere degli oggetti celesti, stelle, costellazioni, galassie. Ne puoi vedere alcune qui, sul mio sito.
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