camminare

Ho iniziato a camminare tutti i giorni per aiutare il corpo a riprendersi dopo un periodo difficile per la salute. È stata un’intuizione felice. Poco a poco camminare è diventato il centro della mia vita. Oggi, la passeggiata del mattino è il collegamento con la fonte di tutto ciò che di gioioso creativo avventuroso entusiasmante c’è nella mia esistenza. Tutto quello che faccio è diventato un camminare, un andare a piedi verso la mia Itaca.


Camminando ho incontrato nuove persone, tante, con cui ho stretto un’amicizia fresca, fiduciosa. Persone che hanno a cuore in qualche modo la Terra e la qualità della vita. Ho raccontato le loro storie, ho parlato con loro, abbiamo mangiato insieme, ho ricevuto stimoli importanti per quello che cerco in proprio. Sono compagni di viaggio che rendono più ricco il vissuto e la comunicazione. Da loro ho preso a piene mani alimenti sani per la mia ricerca personale.


Nessuna metafora è più bella per la vita del pensiero, per il sentire, per l’apprendere, per l’espressione e la comunicazione, di quelle che traggono origine dall’agricoltura, dall’alimentazione, dal paesaggio, dal mondo vegetale. Niente costituisce un antidoto migliore a quell’eccesso di artificio che viviamo in città, negli uffici e nelle fabbriche, nel bombardamento delle informazioni dei mass media.


Il filo rosso che mi collega alla storia di tutti questi nuovi amici è il camminare. Mi aggiro sulle loro terre, osservo il loro lavoro, mi nutro dei loro prodotti, assorbo una parte dei loro saperi. Considero lo scenario che loro dipingono sul nostro futuro. Osservo l’impegno che mettono nella cura della Terra. Camminando mi lascio interrogare dai loro timori quando parlano di inquinamento, risorse energetiche, cambiamenti climatici, stress e nuove malattie.


Quando cammino mi viene da dire: io posso, noi passiamo, si può… Tutti questi problemi non sono l’annuncio di una catastrofe imminente, sono il richiamo che la vita manda alla nostra attenzione, al nostro impegno di studio e di azione. Questo problemi sono i nostri amici. Sono le pietre di guado su cui metteremo i piedi per passare dall’altra parte e continuare il cammino.


E sento una forte spinta a migliorare me stesso, i miei modi di azione e di relazione con il prossimo e con il mondo, e a dare il mio (piccolo) contributo alla creazione del Giardino che la Terra deve essere per tutti gli uomini. Senza affanno, con operosità dolce e determinata. E sento miei i versi poetici di Kavafis: “Quando esci per intraprendere il viaggio verso Itaca, prega che sia lunga la via, colma di avventure, colma di conoscenze…”. E gioisco in cuore perché mi è dato di far parte di questa vicenda.

Categorie: Eugenio Guarini