una mente aperta

Ieri a Cossano, un papà e il suo bambino interpretano i miei quadri.


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Una mente aperta.


È una scena che si è ripetuta diverse volte, quando porto i quadri in piazza, alle fiere di paese. Il bambino interpreta liberamente i miei quadri.


Ieri la partecipazione del papà a questo gioco del figlio era un vera lezione di vita – per me, dico. “I bambini hanno la mente aperta” – commentava il padre alla fine, lasciando trpelare la meraviglia dallo sguardo. Era evidente quanto l’apprezzamento del padre stimolasse il piccolo ad osare interpretazioni personali fuori dagli schemi.


Mi domando ancora come mai, per noi adulti, l’interpretazione razionale delle cose e degli eventi debba rinchiudersi in schemi a binario unico? Quale legittimità abbia la credenza che esiste solo una strada per raggiungere l’obiettivo? Che interpretazioni più fantasiose siano gratuite e inutili sul piano pratico?


Di fatto – mi pare – la rigidità degli schemi sottrae a quel che facciamo lo spirito del gioco. Nei giochi dell’infanzia dicevamo cose come: “tu eri l’albero e io un cavallo” e tutto procedeva meravigliosamente, affidato all’invenzione.


Certo – lo vedevo ieri a Cossano, osservando il papà e il bambino – la presenza di un padre protettivo che incoraggia e premia la creatività fa una differenza decisiva. La creatività espone di sua natura al nuovo, all’ignoto. Senza protezione genera paura.


È possibile immaginare una società che assicuri alla creatività dei suoi membri una analoga funzione protettiva paterna? È possibile liberarsi da tutte quelle forme di intimidazione che inibiscono la creatività?

Categorie: Eugenio Guarini