L’isola che non c’è

Il quadro: Avventurarsi


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L’isola che non c’è


Ecco, stai ascoltando una musica che ti prende molto. Ti prende e ti porta altrove. Diciamo che ti senti come un bambino stupito, che è stato introdotto in un regno di sogno, qualcosa che ha a che fare con le favole e la magia delle tue fantasticherie.


Ti avventuri volentieri, sveglio eppure come nel sogno. E guardi a destra e a sinistra, come se fosse tutto nuovo. E il tuo cuore è come se si aspettasse da un momento all’altro qualcosa di insolito e bellissimo, come la rivelazione della tua realtà, da sempre sognata, saputa, desiderata.


Sei sulla strada fiorita che ti porta a casa tua. E te ne andresti, forse, se nessuno venisse a chiamarti e riportarti laggiù? Quaggiù?


Quaggiù è il mondo in cui si pagano le bollette, si va a lavorare ad orario e ci sono regolamenti di condominio, la raccolta differenziata e gli incidenti stradali… Caterina ha fatto il bucato e lo stende al balcone, sul cortile interno. L’amministratore ha mandato l’ennesima grida in cui si intima di allontanare il cane che abbaia e disturba, oltre al pericolo per i bambini. E non si possono tenere le antenne paraboliche sui balconi per via delle radiazioni. E Annamaria mi manca, al mattino, in quel breve tratto di strada per andare alla stazione. Perchemmai hai traslocato, Annamaria?


Ma, in fondo, Antonio, non ti sembra che anche tutto questo potrebbe essere musica e poesia? Ma tu dici: no! Per via del mutuo da pagare, e la rata del prestito personale, e della pensione che diventa sempre più debole di fronte all’inflazione. E insisti, battendo il gomito sul tavolo, che la realtà è stata ridotta ad un’unica dimensione e che la disegnano le banche, le compagnie di assicurazione e le finanziarie. Loro sanno tradurre tutto in numeri e decretano quanto tu possa essere reale o no.


E tu senti musica, questa sera, e sogni di avventurarti nel mondo del tuo sogno, e di vedere comparire da un momento all’altro casa tua. E non c’è niente da pagare, nessuna regola da seguire, ma abbondanza di piacere e di poesia.


Che sia per un po’. Almeno per un po’. Domattina ripartirai a inseguire qualche bolletta, qualche mutuo, qualche fattura, qualche scadenza… sapendo che lì, tu vali la cifra del tuo stipendio, del tuo onorario, della tua pensione.


Qui, nella musica, tu, semplicemente, sei. Che bello!

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