Al mio lettore

Il quadro: Te l’ho detto Gessica. (acrilico su tela cm 100 x 100)


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Al mio lettore


M’è venuto in mente all’improvviso, dopo cena. Ho controllato la mailing list: ci sono 2.905 iscritti! Santo Cielo!


Mi ricordo quando ho cominciato, nel 2002. Era stato Marcello a darmi l’idea. Allora c’erano solo una trentina di persone che ricevevano la mia newsletter.


Ero molto fiero e orgoglioso di essermi messo per la via dell’arte. Mi sembrava di essere una specie di eroe per le decisioni che avevo preso. Mi piaceva quell’avventura, e mi piaceva soprattutto l’idea e la speranza che pensando creativamente mi sarei divertito un sacco e avrei fatto quelle cose per cui tu immagini di dare valore e senso alla tua vita. Sai? Come si dice? Che quando muori, con Neruda tu puoi dire: contento di aver vissuto!


Per anni ho parlato molto sopra le righe. Ma ero sincero, a mio modo, perché avevo l’entusiasmo dentro – una fiamma che trovavo accesa ogni mattina.


Vivevo più nell’immaginazione che nelle mie scarpe. Mi fa sorridere. E commuovere. E capisco anche che il fatto di sentire questa commozione e quasi nostalgia mi rivela che adesso non è più come allora. E mi dispiace. Ma forse…


E che cosa ti ho raccontato in tutti questi anni?
Sono preso alla sprovvista da questa domanda.
Non saprei darti una risposta chiara.


Forse mi sono solo sfogato, ogni volta, esprimendo i miei sogni o i miei tormenti, cercando di trarre dal fatto che ti parlavo una qualche spinta ad andare avanti, a credere ancora, a riprovare e rinnovarmi.


Ecco, ora lo vedo più chiaro: la tua presenza, il tuo orecchio, il tuo occhio, il tuo indirizzo e-mail, sono stati in questi anni un vero sostegno per me. E lo sono ancora. L’opportunità di scriverti i miei pensieri, lo spazio creato da questa comunicazione (quasi sempre) a senso unico, sono stati forse il momento più importante del mio tentativo di prendere coscienza di quello che stavo facendo, di quello che capitava, della posta in gioco, delle mie incertezze, delle sfide che mi si ponevano…


A volte mi si affaccia il sospetto che tutto il mio trafficare con la vita e le parole non abbia poi un gran senso e valore. Scuoto la testa e dico: chissà? Ma se quest’avventura mi ha dato tanti momenti in cui mi sono sentito intensamente felice di ciò che sto combinando e di ciò che cerco, ecco, oggi, credo, sinceramente e con tutto il cuore, devo esserne profondamente grato proprio a te.


E vai!

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