Fantasticherie?

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Fantasticherie
Che è anche il titolo del quadro allegato (cm 80 x 140)


È qualcosa di grandioso, potente. Un miracolo!
Eppure è a portata di mano. Così naturale.


Da bambini, giocando, viene da sé. Come se la natura ci instradasse per istinto al modo di vivere alla grande.
Sei in mezzo a dei cartoni da imballaggio, quelli che la mamma ha lasciato per qualche tempo a tua disposizione, prima di metterli davanti al cassonetto.
E tu ci entri dentro, li traffichi un po’, e ti ritrovi a viaggiare su una macchina sportiva, o su un’astronave, oppure ne fai una casa dove inventi un’intera saga familiare…


C’è da domandarsi come si possa perdere un’inclinazione così piacevole. C’è da domandarsi come mai smettiamo… diventando adulti.


Ma non tutti.
Guardate l’artista, il pittore, il compositore, il regista, il romanziere, il ballerino, l’attore… trafficano con la pasta del mondo, ma la loro testa è altrove, nel mondo delle visioni, dei sogni, delle idee. Quello che risulta dai loro gesti viene a far parte del mondo e lo abbellisce, lo arricchisce.


Ma per un momento, trascuriamo il risultato, l’opera.
Guardiamo l’artista nel processo creativo. Sta giocando un gioco meraviglioso, la sua testa è tra le nuvole, si alimenta di sogni, di visioni. Ha dato vita a questo film e, poco alla volta, il film gli prende la mano e va avanti da solo, il romanzo procede per conto  suo, il quadro che si fa guida i gesti del pittore…
L’energia fluisce nel corpo, nelle mani, nel cuore.
È la pienezza, la ricchezza, la gioia di essere vivo, la misura stessa della vita.


Qui è la bellezza e l’intensità del gioco il criterio di verità. L’intelligenza e i ragionamenti sono al servizio della bellezza.
Qui è fiducia e abbandono, è lasciarsi guidare, essere canale, eppure è il massimo di attività. La linfa scorre, la pianta fiorisce, i germogli spuntano… la canzone dell’universo risuona, riecheggia, tutto è armonia, anche se si sta parlando di dolore, di tristezza, di smarrimento.
La materia è vivificata dalla forma nuova. L’espressione e invenzione di una vita vera.


L’approccio dell’artista alla vita risiede in questo credere nel sogno, nel lasciare libero movimento al flusso creativo.


Sì, penso che dove c’è grigiore e piattezza, c’è la perdita della naturale capacità di sognare, di credere nel proprio sogno. Bisogna recuperarla. È più importante che cercare il finanziamento del proprio progetto. Viene prima.


Diversi anni fa ero rimasto sconvolto dalla scoperta della mia mancanza di sogno.
Stavo attraversando l’Appennino Ligure. Ero già sul versante del mare. E fui sorpreso da questa domanda: se vincessi alla Lotteria, quanto vincerei e cosa farei per cambiare la mia vita?
Le risposte che mi davo mi sorpreso. Fu una sorta di presa di coscienza.
Primo: non osavo vincere tanto. Benché si trattasse di una fantasticheria mi censuravo, come dire? Andavo a economia anche nel sogno.
Secondo. Una volta vinti quei due tre miliardi di vecchie lire, pensavo per prima cosa a saldare debiti di riconoscenza nei confronti di genitori, parenti, amici – quasi che non meritassi di godere per primo di questa vincita fittizia. E, dopo, quando si trattava di pensare a me, mi ritrovavo con desideri banalissimi: la casa, una nuova macchina, un po’ di vacanza in più…
Tutto qui?


Capii in quel momento che avevo smesso da tempo di sognare. Che i miei pensieri erano tutti presi dal mutuo, dalle bollette, dai doveri derivanti dal mio lavoro, dalle difficoltà e dalle mancanze.


Capii in quel modo che per liberarmi e volare avrei dovuto imparare di nuovo a sognare. Lo feci.


I sogni non possono rimanere prigionieri di una strategia di fuga e di alienazione. I sogni sono il cielo stellato guardando il quale il marinaio traccia la rotta del suo viaggio. I sogni sono l’orizzonte che consente ai tuoi passi di avere un itinerario… e una storia.


Credere nei sogni cambia la vita. E crea un mondo nuovo.
I sogni sono il lievito che solleva la pasta e ne fa un pane profumato e gustoso.
I sogni sono una potenza che consente all’azione – al lavoro – di dare una forma bella all’esistenza.


Sì, per me l’artista – e chiunque voglia scrivere il copione del film della sua vita – vive costantemente con la testa tra le nuvole mentre traffica con le mani e con le gambe con la pasta del mondo.



Belle Notizie
È Barbara Sales questa volta. Geniale talento fotografico, presenta il suo video nei locali del Machè, a Torino, via della Consolata 9/G, a partire dalle 22.30. Il titolo è intrigante: accCANImenti e, certamente, ci riservera delle sorprese. Dunque… ci vediamo lì. La foto di Barbara Sales è in home page del sito
www.eugenioguarini.it.

Categorie: Eugenio Guarini