Scrivi tu il tuo romanzo

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Scrivi tu il tuo romanzo.


Beh, dunque, vediamo un po’.
Uno ha la gastrite. Gli viene un po’ di confusione in testa. Dicono che la gastrite annacqua un po’ il cervello. E dicono tante altre cose. Comunque, uno ha quello che gli succede. Delle volte è forte come una divinità dell’Olimpo e altre volte gli sembra di essere sceso nell’Oltretomba. Va bene. Uno ha quel che ha. I condizionamenti esterni e tutto quello che volete.
E poi – guarda un po’ – come ti senti più debole, arrivano anche i dubbi, le perplessità, i cattivi ricordi. Insomma, quando scendi giù, la pendenza ti scarica addosso tutti i detriti che hai accumulato. E’ tutta un’altra storia…


Però – lo sai, lo sai soprattutto se hai provato a seguire i tuoi sogni, se hai sentito quel poderoso, inteso senso d’integrità che deriva dal coraggio di seguire i propri sogni – sono anche tutte balle.
Insomma, chi scriverà il nostro copione? Tutti questi eventi esterni, altri, in cui potremmo rifugiarci per trovare mille scuse, alibi di ferro? Oppure sei tu che vuoi scrivere il tuo romanzo?


Ci sono momenti in cui le forze, le energie, sono al minimo, e allora il punto, il qui e l’adesso, è di resistere nella fiducia, nella speranza. Resistere contro i fantasmi che spaventano, le punture che avviliscono, resistere nella speranza. Riscoprire la propria piccola dimensione. Tutto qui.
Poi, le forze ritornano. Come la primavera, dopo l’inverno. E allora ti rendi conto che anche il freddo delle zolle nere non è stato vano. È successo qualcosa mentre avevi i brividi e la febbre. Come nella gestazione, nelle nausee della gravidanza.
E puoi riprendere la penna in mano, la tastiera, il pennello.
E, curiosamente, ti ritrovi più forte, più solido, con le spalle più larghe.


Scrivi il tuo romanzo anche quando sei depresso. Decidi di scrivere il tuo romanzo e non lasciare che lo scrivano altri, forze e poteri anonimi, per dotti che siano (psicologi, sociologi, guru…). Lo si può fare. La melanconia non è alla base dei grandi blues? La tragedia e il dolore non sono alla sorgente dei neri quadri del vecchio Goya? Si può scrivere il proprio copione anche quando si è annegati nel gran mare del dolore e della tristezza. E’ la protesta estrema di chi crede nella vita, di chi crede che la vita è il nostro destino di sogno. Vivere pienamente, intensamente, appassionatamente.


Scrivi il tuo romanzo sempre, quali che siano le condizioni esterne, lo stato di salute, le ambiguità in amore, la pressione del lavoro, la confusione che hai in testa. Scrivi tu il tuo romanzo. Scrivilo al meglio, pagina per pagina.


La vita è un insieme di trabocchetti intelligenti. L’hanno inventata così prima che tu nascessi. Passaci in mezzo, tracciando la tua rotta. Il cuore vuole questo: scrivere in proprio la propria avventura.


POST. A dividere si moltiplica.


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Il quadro: Sdraiata in un mare di melanconia. Si tratta di un quadro che è ritornato a casa da un’esposizione a Moncalieri.

Eugenio Guarini
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