Qualcosa di speciale

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Qualcosa di speciale


C’è qualcosa di speciale nelle singole persone che ti attirano, che senti affini. Qualcosa di unico, un tratto particolare. Eppure questo elemento, spesso misterioso, indicibile, un “non so che”, questo “segreto” rivela meglio la “specie”, l’umanità di tutti i tratti comuni, scontati, condivisi.
È perfino un paradosso che un elemento “unico”, diverso, sia chiamato “speciale”, dato che la “specie” è proprio ciò che ci accomuna.
Ma l’ho capito il perché.
E mi meraviglio che il linguaggio che ci circola in bocca sia così intelligente, pur essendo per lo più parlato senza consapevolezza adeguata. Come se a gestire le parole che noi usiamo sia un’intelligenza più acuta e profonda – e saggia – delle nostre piccole menti quotidiane.
Credo di aver intuito, questa sera, il senso di queste frasi che diciamo, quando una persona ci attrae, ci colpisce, c’innamora.
“Hai qualcosa di speciale”, “sei una persona “speciale”.


Il fatto è che ciò che ci rivela il valore, la bellezza intensa, la verità, della vita umana non sono gli elementi che ci consentono di costruire categorie generali, i tratti che la sociologia può raccogliere con facilità, perché sono largamente condivisi. Mi scusino i sociologi per questa sbavatura. Ma, si potrebbe dire, che tutto ciò che è sociologico rimane in superficie. È l’eccezione, o l’eccellenza, che parla della specie. È nell’unico, che riconosciamo la vera natura.
Fare come fanno tutti non è un criterio di verità, né di valore. Rimane fuori della sostanza della vita. Questo – credo – vale nella vita privata come in quella pubblica. Vale per il mercato come per l’amore.


Oggi, si è perfino costretti a riconoscerlo. È meglio essere un ingegnere o essere Andrea? C’è stato un tempo in cui il vanto era nel presentarsi come “professore universitario”, “fisico nucleare”, “top manager assistent”, “amministratore delegato”, o “sindaco”, “dottore”… Oggi desideriamo presentarci col proprio nome, vogliamo sfuggire alle etichette.
E se qualcuno aspira a una vita significativa, sa che ha la sua missione, il suo stile, il suo carisma. “Fare a modo mio” è un’affermazione che implica fierezza e la consapevolezza che la vita vera è fatta di romanzi unici, di avventure particolari.


Liberati dunque dalle prigioni delle etichette, delle definizioni, e lasciati essere per quello che sei: una persona speciale.


un appello agli amici della NL di Torino e zone limitrofe.


Il mio caro amico Giovanni Crescente – il cui fratello Luca, Sostituto Procuratore della Repubblica del Tribunale di Palermo nonché membro della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA), è scomparso all’età di 39 anni, dopo aver dedicato tutta la sua vita alla Giustizia e alla lotta alla mafia – ha accettato di farsi promotore del  “Progetto Legalità” (dedicato a Paolo Borsellino) che ha come obiettivo principale la promozione della cultura alla legalità.
Per maggiori informazioni vedere il sito internet del Progetto Legalità,
www.progettolegalita.it.
Per sostenere il progetto, si può acquistare il calendario fatto dai bambini delle scuole (costo  5 euro) e/o il libro fotografico dedicato a Paolo
Borsellino (costo 15 euro).
Se siete interessati a sostenere il progetto legalità potete rivolgervi Giovanni Crescente,Corso Sebastopoli, 190, 10136 Torino, e-mail:
gcrescente@tiscali.it,      gcrescente@inwind.it


Sono un pittore filosofo. Mando questa newsleter ai miei amici e conoscenti. Se non la gradisci inviami una mail con scritto CANCELLA. Se ti piace e pensi che dei tuoi amici la gradirebbero, iscrivili al sito. Se stai ricercando e vuoi metterti in contatto con me, scrivi, telefona (338.3207062) e parla di te. I miei quadri li puoi vedere nella Galleria del sito: www.eugenioguarini.it. Vi sono segnalate anche le iniziative espositive.


 

Eugenio Guarini
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