Il film della vita
Il quadro allegato si chiama “Il porto“. E’ una superficie di 6 metri quadri, costituita da 6 pannelli. Si trova da ieri nella hall dell’Hotel Trezzo a Trezzo sull’Adda. Traduce l’idea che l’Hotel sia un porto dove attraccano, la sera, le imbarcazioni. Alla cornice di montagne ho voluto dare le fattezze di una donna accogliente.
Il film della vita
Una volta mi bastava leggere tre quotidiani al giorno per avere la certezza, o quasi, di essere in contatto con la realtà. Oggi è piuttosto diverso. Sono disincantato. C’è tanta televisione, tanto internet, tante immagini.
Nell’epoca ingenua le immagini dovevano mostrare la realtà, poi hanno finito per chiarire che mostravano innanzitutto se stesse.
E forse è proprio quello che devono fare.
Alla fine dobbiamo liberarci dall’idea che le immagini, ma anche le parole, mostrino qualcosa che si chiama realtà. Le nostre parole (e le nostre immagini) non mostrano: costruiscono la nostra realtà.
La vecchia “realtà” è diventata “la cosa”. Ed è come se “la cosa” fosse lì, perennemente disponibile a mettersi in posa per noi. Apparentemente sotto la nostra direzione – poi è da vedere.
“La cosa” è una miriade di comparse disponibili alla lavorazione del nostro film.
Rovesciamento: non viviamo più nel mondo delle cose: tendiamo a vivere nel film costruito da noi.
La realtà dunque non è quell’oggetto che la macchina fotografica cerca di cogliere, ma è il film che le nostre inquadrature costruiscono.
Le “nostre” vuol dire le mie e quelle degli altri.
E abbiamo perfino scoperto che anche l’osservatore non è così inerte e passivo come si poteva pensare nell’era dell’innocenza. La sua percezione lavora segretamente alla costruzione del suo proprio film.
Scoprire questo è entrare di colpo nel mondo dell’arte.
Categorie: Eugenio Guarini