la ragazza

Era un pomeriggio estivo. Ma le spesse mura della casa regalavano la piacevole sensazione del fresco. E la ragazza stava lì, seduta sul canapè, un braccio appoggiato allo schienale e un fiore rosso tra i capelli scuri. Si era prestata volentieri a fare da modella. Diceva che era una faccenda che riguardava la sua identità. Le donne – diceva – hanno un rapporto complesso con il proprio corpo. E tra il proprio corpo e la loro identità.

Io la guardavo impregnato da una sorta di erezione dell’anima. E dipingerla era come accarezzarla. Era accarezzarla in una dimensione eterea. Lei, docile eppure distante. Qui davanti e altrove.

Pensavo alla magia della pittura. Pensavo alle cose che si dicono, commentando i quadri, per lo più volgendoci alle tecniche, ai materiali, ai colori, allo stile… cose che non toccano mai il cuore, l’essenza, dell’esperienza del dipingere. Pensavo alla magia del dipingere, difficile da dire, su cui arduo è comunicare. Ma che gli artisti sanno. E che sanno anche coloro che l’arte sentono dalla parte del fruitore.

E la vita era magnifica. Diventarne consapevole era felicità pura.

E sentivo il sogno di grandezza pulsare sotto la corteccia, sotto la pelle del cuore.

Categorie: Eugenio Guarini