Una visione

Quando ero a scuola, a volte, mi lamentavo che i risultati del lavoro dell’insegnante non si riescono a vedere e a toccare come succede invece a quelli che producono oggetti.

Ora che produco “oggetti” mi rendo conto che anche gli oggetti sono parole di un discorso che si costruisce col tempo e che dà vita a una rete di relazioni significative, mentre ci muoviamo tutti all’interno di un “mondo” immensamente vasto e multiforme, in continuo movimento.

E il contesto di questo discorso è sempre più chiaramente una visione della vita, del mondo – e oggi che sappiamo di miliardi di galassie e del Big Ben e dell’espansione…, oggi anche dell’intero universo.

In questa visione la ricerca della felicità si coniuga strettamente, in maniera inscindibile, con il contributo che si può dare al mondo, al suo miglioramento continuo.

Il mondo non è mai finito. Anche quando diventa globale è solo l’inizio della storia. Che rende tutta la storia precedente soltanto una preistoria.

E la frontiera è qualcosa da oltrepassare e ridisegnare incessantemente – sia a livello individuale, sia a livello sociale.

E per me diventa essenziale intrecciare, in maniere svariate e da inventare, il sogno spregiudicato e il metodo scientifico nella sua essenza – disegnare ipotesi e modelli e metterli alla prova, senza certezze di pietra che blocchino l’apertura mentale.

Categorie: Eugenio Guarini