Racconto dall’isola.

Come molte persone  in questi ultimi tempi, Pietro era un blogger navigatore ed amava andare alla ricerca di piccole isole, con pochi abitanti e piccole cittadine, in maniera da poter conoscere tutto e tutti nel giro di poco tempo, qualche mese, mai più di sei. Di ciò che veniva a sapere durante la sua permanenza raccontava in un blog che manteneva on line da un po’ di anni.

monte isola

A volte si fermava anche nelle isole di piccoli laghi, come Monteisola nel Lago d’Iseo, dove seppe dei costruttori di reti e ne scrisse a lungo, con calore ed empatia.

La vita per lui era un porto, una taverna per i pescatori e i marinai, un ombrellone e una bibita ghiacciata. E, ovviamente, Lapo, un toscanaccio simpatico che gestiva il locale sul porto e che sapeva tutto di tutti. Da lui aveva saputo di Matilde, la vedova che la gente riteneva portatrice di una maledizione, che aveva perso tre mariti, uno dietro l’altro, tutti pescatori annegati in mare pochi mesi dopo il matrimonio. Di Pietro era diventata amica e gli raccontava regolarmente i romanzi d’amore che leggeva appassionatamente.

Matilede si bagna da solasotto l'mbrellone

 

Da Lapo aveva saputo anche di Gino, che aveva fatto fortuna in Australia con niente. Raccattava gli scarti dei macelli, li lasciava putrefare, raccoglieva i vermi e nutriva con questi un allevamento ittico che gli fruttava fior di quattrini a rivendere il pesce a ristoranti e pescherie.

guardando il mare

Gino era un personaggio che la gente dell’isola additava come strano, perché, ritornato a casa, si era messo in testa di sposarsi e che avrebbe trovato moglie, al porto, allo scalo dei traghetti che portavano i turisti d’estate. E stava lì, seduto, in attesa di riconoscere la futura sposa.

Camilla pensa a Lampedusa

Camilla veniva nell’isola solo in villeggiatura, si portava dietro il suo cane e andava sempre a comprare il pesce al porto. Le piaceva molto la licia stellata, che è un pesce azzurro molto delicato, ed è il pesce che ha dato il nome anche all’Osteria di Lapo.

parlarsi di schiena

Al porto venivano anche due fidanzatini, Lucia e Roberto, che avevano l’abitudine di sedersi sul muretto una da una parte e l’altro dall’altra e si parlavano di schiena. Lei era la figlia di Rachele, una signora molto melanconica che passava le serate ad accarezzare Sophie, la sua gatta affezionata.

rachele e la gatta sophie

Il padre di Roberto era un pescatore solitario e riflessivo. La sua anima era nel mare e quando si trovava a terra non sapeva fare altro che preparare la rete e pulire la barca in attesa che venisse l’ora di prendere il mare.

il pescatore

Il suo nome era Caleb, di origine ebraica, ma vissuto a lungo in territorio arabo. Veniva da famiglia molto povera e da bambino, gli sembrava che le dune del deserto fossero un grande mare e lui sognava di diventare un beduino per poterlo solcare fin oltre l’orizzonte.

piccolo e i beduini

Pietro era nell’isola da non più di due settimane, quando successe il fattaccio destinato a scombussolare il tranquillo tran tran della vacanza.

il fattaccio

Il campanaro di Sant’Isidoro, Tonino Pietrucolo, riferì al porto, a tutti coloro che passarono nei pressi della Licia Stellata,  di aver visto, nottetempo, la vedova Matilde amoreggiare in maniera piuttosto vivace con uno sconosciuto nella Cala Nurana. E sosteneva di essersi fermato a lungo a spiarli senza riuscire a riconoscere chi fosse … lo sfortunato.

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