Categoria : Eugenio Guarini
Categoria : Eugenio Guarini
La foto. Lunedì sera, a cena da Giovanna, a Grumolo delle Abbadesse, Vicenza. Entrando nella bella casa, ritrovo un paio di quadri del passato. Li trovo bellissimi. Lo so, è un giudizio di parte. Forse non trovo solo belli i quadri, ma trovo bella l’emozione di aver lasciato una traccia. Una piccola traccia, ovviamente. Sembra stupido, ma è come se m’imbattessi in indizi che dimostrano che ho vissuto, che la mia vita è reale.
Qualcuno ha detto che si scrive, si dipinge, si compone musica… per uscire di fatto dall’inferno. Dall’inferno o dal vuoto, dal buco di quella fame disperata che ci troviamo dentro. È vero. Ma anche per avere una prova che esistiamo davvero.
Per lo stesso motivo scrivo. Mi piace molto scrivere. Non amo scrivere per la letteratura, quella che si compiace di se stessa, della forma bella. Voglio scrivere qualcosa di vitale. E innanzitutto per me.
Le parole sulla carta bianca. Le parole battute sulla tastiera. Le parole creano un mondo per l’occhio della mente. Un mondo in cui mi guardo allo specchio. Un mondo in cui amo sostare. Per un po’. Per sempre!
Io non faccio grandi cose. Mi piace essere libero e scoprire di volta in volta qualcosa che abbia la capacità di incantarmi. Sto lavorando un po’ a casaccio per dipingere quadri e venderli. Per guadagnarmi da vivere, per trovare risorse per fare le cose che mi vengono in mente. Non per andare in crociera. Non m’interessa. Mi vengono in mente cose che arricchiscono la mia avventura umana e vorrei avere a disposizione i mezzi necessari.
Vorrei poter fare anche tentativi ed errori. Non si può – almeno io non ne sono capace – programmare tutto al dettaglio prima. Quindi si sbaglia. E gli sbagli sono costi. Però gli sbagli sono anche apprendimento. Sono libertà di tentare. Chi non risica non rosica, giusto?
Sto facendo quadri e li porto nei locali con la speranza di raccogliere un po’ di soldi per avere le risorse necessarie o opportune per la mia avventura.
Io parlo delle mie cose, io scrivo e questo ha una sua importanza. Per lo più scrivo per incoraggiare prima me stesso e poi gli altri ad aver fiducia, a tentare, a cercare di vivere con passione e gioia. E questo è importante. Voglio dire che scrivere mi aiuta ad alimentare la fiducia e a ricevere energia dalla vita. Scrivere mi deve aiutare ad avere fiducia, a rinnovare la speranza, a ricaricare di energia il cuore, per procedere nella mia avventura.
Scrivo per fare della mia vita un’avventura consapevole, sentita, immaginata e realizzata. Scrivere mi aiuta a immaginare con chiarezza il prossimo passo e l’orizzonte verso cui traccio il mio sentiero.
Poi, guardo la vita attorno a me. La vita dei miei amici, della gente che incontro. Le persone e le loro storie. So che facciamo parte dello stesso mondo. E sento che mi piacerebbe con la scrittura rappresentare un mondo intero, portarlo avanti nella sua vicenda, negli intrecci e nelle connessioni, mostrando che dentro tutto questo brulichio di eventi c’è la gioia di sentire, di provare, di scoprire, di sopportare, di combattere, di ottenere, di sentirsi, di sapersi…
E sono curioso. Vorrei che le persone che incontro mi raccontassero, si rivelassero, si confessassero. Mi mostrassero quello che abbiamo in comune e le differenze nei modi di sentire, di vivere, di reagire, anche di soffrire. Come sarebbe bello possedere una parola capace di rappresentare tutto il mondo nella sua vitalità!
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