L’avventura succulenta della vita

A volte, mentre magari stai prendendo un caffè e guardi fuori dalla vetrata, e là fuori piove, piove da giorni, ininterrottamente, e dovrebbe essere primavera…, a volte hai delle visioni, un flash, niente di che, qualcosa di istantaneo, ma che sono vere e proprie filosofie della storia, metafisiche dell’essere, e cose così, e tu senti una commozione dentro, qualcosa che assomiglia a un profondo dolore, come da ferita che ti ha toccato il nucleo dell’anima, e nello stesso tempo senti emozione e aspettativa, come un’attesa di grandi eventi, e la gioia, anzi, qualcosa di più intenso, una sorta di esplosione di felicità, che pare accostarsi al limitare della tua casa, ai confini della tua percezione, smaniosa di uscire allo scoperto e di invadere gli spazi smisurati irrortati dalla luce solare…

Pazzesco! E tu pensi: cosa sarebbe la giolia se non avesse conosciuto il dolore e la tristezza, o la disperazione? E allora ti confondi, non sai come metterla con le parole piane della ragionevolezza e ti limiti a sentire… sentire il mistero delle cose, con la voglia di attraversarlo, comunque, non di restare all’ombra dell’albero o di nascondersi nella tana… Con quella voglia di attraversarlo che, anche senza spiegazioni, manifesta la sua forza vitale, biologica direi, che spazza via ogni farfugliamento e dona slancio…

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E lei portava dentro l’animo quelle intense emozioni di bellezza, abbondanza, lussureggiante esplosione di energie, che si esprimevano nei suoi gesti ordinari, quotidiani, e che consentivano ai suoi sogni più profondi e più grandi di muoversi liberamente tra le mura di casa e negli ambienti in cui operava.

Era convinta che la vita trovasse la sua espressione più significativa nella gioia e che la gioia fosse a portata di mano, e che tutto – comprese le sfide e le tristezze – contenesse mille sentieri per condurre alla gioia, o piuttosto: mille porte e finestre da cui la gioia potesse entrare.

Le domande che le facevano compagnia si riferivano al come trovare altre idee e vie per espandere la propria capacità di sentire, d’intendere e scoprire. E il gioco creativo non smetteva un attimo di sorprenderla. La sua esistenza era un’avventura succulenta. Gratitudine e gioia erano lo stesso sentimento.

Il quadro nella foto: “Piante tropicali” acrilico su tela cm 100×100.

Categorie: Eugenio Guarini