rallentare

Il quadro allegato in foto: Green Thinking


Rallentare


Quando sbrigo le cose che ci sono da fare come cose da sbrigare, mi sembra di non vivere abbastanza. Succede che scorra sopra le cose con la testa proiettata in avanti, senza rendermi conto che sono. Tasso di meccanicità piuttosto elevato. Consapevolezza molto superficiale. Gusto d’esistere che si assottiglia e si rimanda a data da destinare.


Ma se rallento tutto diventa diverso. La consapevolezza si allarga. Come se vedessi me da più indietro, come quando, dipingendo, si rincula… Vedo di me un cerchio più largo. Vedo un piccolo mondo attorno, tendenzialmente in dilatazione. Inglobo nella vista più passato e più futuro attorno al qui e ora. Intravedo un filo rosso che mi lega al passato. Intravedo un orizzonte con dei segnali, dalla parte del futuro. Soprattutto mi sento. So di esistere, mi lascio portare dal ritmo della corrente lenta facendo solo attenzione a percepire. A prendere atto di quello che capita in me, mentre faccio le cose. Sono tutto qui, anche se poco. Il succo da bere è qui, ora. E diventa inebriante. Le parole lo dicono meglio e godono maggiormente nel dirlo. Vengono a galla come bolle d’aria, dal gorgogliare del fondale.
Vedo che le cose, anche fuori, s’incastrano come tessere di puzzle. Lentamente. Con un movimento sorridente. Sembra un caos colorato che fa giardino. Un po’ come il quadro che ho allegato.

Categorie: Eugenio Guarini