Una giornata come una storia

Bellissima è uno dei monocromatici di un metro per un metro che porterò alla Mostra a Rivarolo Canavese, che si apre domenica prossima, 22 marzo e rimarrà aperta per due settimane.


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Una giornata come una storia.


L’ho sentito dire e mi sembra calzante: non ho vissuto 365 giornate, ma 365 volte la stessa giornata! Questa non è una vita come avventura, come ricerca, come esplorazione. Questo è il sottoprodotto dell’organizzazione razionale del lavoro!


Ma c’è modo. Probabilmente molti modi. Uno adatto al mio portafoglio e alle mie esigenze di avventura è quello che vado a descrivere qui sotto.


Mi sveglio verso le 6 e dico, prima di tutto voglio ritrovare il clima giusto. Voglio pace e serenità. Quindi alt! con le cose da fare. Lo so che c’è questo e quello in calendario. E me lo annoto su un foglio, più per tranquillizzare il mio spirito inquieto che per la memoria.
L’ho deciso da tempo: il primo passo della giornata non è alle cose da fare, ma alla calma, la serenità. L’armonia, la grazia.
Quando mi sento collegato, beh, allora si parte.


Stamani ho detto: si esce, è bello, e io ho beccato un po’ d’influenza domenica. Ho i bronchi congestionati. Camminare lentamente verso la collina mi farà bene. lo sentivo che era giusto.


Salgo così verso Sant’Anna ai Boschi, patendo da Spineto e lasciando la macchina a Chiria, località mai sentita nominare prima. Dopo qualche centinaio di metri, mi metto a tossire. Sono proprio ben messo!


E mi viene in mente che da una settimana, da quando ho fissato un camper che mi verrà consegnato alla fine di aprile, mi sto domandando, senza risultati convincenti, quale sarà il mio primo giro.
Tante ipotesi, ma nessuna mi persuade. Ecco, penso ora – chissà perché? – andrò in qualche luogo termale. Forse sto immaginando che alle terme i miei bronchi si risaneranno. Non so se questo avverrà. Ma mi sento arricchito di una risposta in più.


Un po’ più su, lungo la strada, m’imbatto in una comunità religiosa di recupero di ex drogati. Un posto che risulta sorprendente alla mia curiosità. M’intrufolo e parlo con chi mi viene in accoglienza. Mai saputo che da queste parti ci fosse la Comunità Cenacolo!


È quando sono ancora a colloquio con Adrien (polacco) che arriva la telefonata di Mario, direttore della Gazzetta. C’è da tempo un discorso in sospeso tra noi, in relazione a una mia collaborazione al giornale, ma ancora non ho trovato lo spunto per partire.


Sembra un gioco del destino. Appena lo sento al telefono mi rendo conto che qui, questo, questo incontro, la comunità cenacolo a Sant’Anna ai Boschi, sarà il primo della serie.


La cosa non è ancora definita. Lo sarà verso le cinque del pomeriggio, a casa mia, dove Mario mi raggiungerà per parlare della faccenda.


Nel rientro vedo il foglio su cui avevo annotato le cose da fare. Faccio in fretta a sbrigarmela. Flating ai quadri che sto preparando per la mostra di domenica prossima, qualche telefonata, un po’ di mail.
Una newsletter – che sto facendo in questo momento e… L’articolo per la Gazzetta che ho scritto subito dopo cena. Con allegate le foto che ho scattate in loco.


Mi sembra una giornata che ha avuto la sua storia, le sue sorprese, e i suoi insegnamenti. Niente di eccezionale, ma abbastanza nuova per non essere considerata la ripetizione della giornata di ieri. E, forse, ho fatto un passo avanti per quell’altra di storie, quella più lunga…


C’è un trucco in questo?
Probabilmente direi che si tratta di presupporre che gli eventi che capiteranno nella giornata risponderanno in qualche modo ad alcune domande che ti porti dietro e che ti ripeti periodicamente. Si tratta di stare attenti a quel che capita con questo in testa…niente di più.


 


ALLORA CI VEDIAMO DOMENICA ALLE SALETTE DI PIAZZA LITISETTO, A RIVAROLO

Categorie: Eugenio Guarini