Riflettere con le braccia indolenzite e le gambe s
Nella foto è Milano, Naviglio Grande.
Una bella manifestazione artistica.
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Riflettere con le braccia indolenzite e le gambe stanche.
Quando ho cominciato la mia carriera di professore di Filosofia era tutto un pensiero. E le giornate erano riflessione e annotazioni. Insomma lavoro al chiuso, con i libri e seduto alla scrivania. I libri, i libri. E le conferenze. E le riviste specializzate. E poi tanto scrivere. Per favore, non disturbate. Ho bisogno di silenzio.
L’emozione della vita intellettuale è davvero grande. E c’è qualcosa nella testa che si scioglie, che cresce, che si arrampica sui tralicci, per raggiungere la luce. Probabilmente una parte di noi è libera dal tempo e dal mondo e può volare immediatamente nel cielo immateriale ed eterno delle idee…
Ora guardo indietro. Mi sto vedendo quando ho cominciato a fare il filosofo. Mi guardo indietro sorridendo. Per tutti quegli anni passati a preparare e a inventare lezioni, traendo spunti da libri, da pensieri di altri pensatori, cercando di masticare in proprio e di cucinare per i miei studenti qualcosa di eccitante e di ragionevole insieme, qualcosa di coraggioso, di audace…
Ora mi guardo indietro e ho le gambe doloranti e le braccia stanche.
Ora vedo con il sorriso sul volto qualcosa che allora non vedevo. Qualcosa di importante.
Le giornate sono fatte di azioni, di compiti, di lavoro, di fatica, di gioia di operare.
E si pensa mentre ci si muove in auto, e si pensa quando si aspetta in coda all’aeroporto, e si pensa quando si va al gabinetto.
Magari, un po’, la sera, prima che il sonno ti interrompa.
Si pensa ad alta voce cenando con gli amici, e il vino rende problematico l’uso dei congiuntivi.
Ma ora si pensa su qualcosa.
Ecco la cosa bella. Ora si pensa, con le braccia doloranti e le gambe stanche, su qualcosa che è successo, che succede, su qualcosa che abbiamo fatto, che non abbiamo fatto ancora, su qualcosa che ci ha fatto sudare…
Ora si pensa, fugacemente, su qualcosa.
Mi guardo indietro. Quando ho cominciato a fare il professore di Filosofia. E dopo, tutti quegli anni in cui ho tratto spunti dai libri di altri pensatori. Allora pensavo pensieri di altri. E probabilmente si tratta di qualcosa di fantastico, che ti introduce nel mondo del pensiero, nel mondo del comunicare a parole pensieri, qualcosa che affina i tuoi strumenti espressivi, ma …
Solo ora che ho le gambe stanche e non ho tutto il tempo che ci vorrebbe per pensare, solo ora sento che sto pensando su qualcosa.
E so che questo pensare, interrotto dalla fatica e dal sonno, è estremamente importante per il nostro cammino lungo i sentieri dell’esistenza.
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L’esposizione prenderà il volo ai primi di giugno.
Giulia De Crescenzo è ormai felicemente in India. Nel giro di un anno la vita di Giulia è cambiata radicalmente. Ha avuto il coraggio di certe scelte. Vedi le foto
Alcune foto delle due giornate sul Naviglio Grande le puoi vedere qui
Categorie: Eugenio Guarini