Voglia di vivere

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Voglia di vivere


Ricevo una breve e semplice mail da Cati, amica di Bologna.
In maniera semplice e diretta esprime la gioia di fare quello che fa.
Qualche mese fa ha deciso di cambiare lavoro. Anzi di inventarsene uno su misura.


È bello e liberante esprimere a pieno campo la propria gioia di vivere.
E la propria voglia di vivere nella gioia.


Esistono, infatti, forze che contengono, costringono, inibiscono questo spontaneo moto del cuore, rendendo la voglia di vivere un sentimento non solo impossibile (la valle di lacrime) ma perfino illecito, indecoroso…


Forse queste forze sono una sorta di riflesso, dentro di noi, del sistema di canalizzazione delle nostre energie e dei nostri giudizi rappresentato dall’organizzazione sociale esistente, soprattutto dall’organizzazione del lavoro.
Chi ha idee e risorse per creare lavoro per altri (grande merito) spesso è tentato di ignorare le esigenze personali di chi lavora per lui. Esigenze che si estendono molto al di là dell’interesse a percepire uno stipendio e che concernono di più la qualità della vita che si desidera.
Le aziende non hanno fatto mai gran conto di queste richieste di qualità della vita personale. Sono sempre state interessate soprattutto a estrarre lavoro dai dipendenti – il resto sono palle!


Forse si tratta del retaggio di un’epoca di miseria, durante la quale non sembrava lecito avere grilli per la testa, perché mancava il pane.


O forse dipende da una lunga tradizione religiosa che ha tenuto in gran sospetto il principio del piacere, insistendo soprattutto su quello del dovere.


O forse, ancora, è la millenaria eredità dei sistemi schiavistici del passato, grazie ai quali il Potere ha gestito le risorse umane a disposizione. Sono questi sistemi che, probabilmente, hanno fornito il modello di base a ogni successiva organizzazione del lavoro e dell’energia umana.


Sia quello che sia, il fatto è che ci troviamo a fare spesso i conti con una sorta di inibizione interiorizzata a esprimere la voglia – che pur giace nel profondo del cuore – di una vita intensa, ricca, abbondante e pacifica.


E allora è liberante ogni volta che ti dai il permesso di dichiarare con slancio che la vita ti piace, che desideri gustarla fino in fondo, e che vuoi viverla liberamente a modo tuo.


Non m’intendo granché di psicologia né di spiritualità, ma di certo so che ogni volta che esprimo senza inibizione quanto mi piace essere al mondo, che voglio vivere a modo mio, libero da costrizioni, esprimendo me stesso, sento montare dentro di me un’onda di energia gioiosa.
Che fa pulizia dentro di me dei residui delle quotidiane paure.
Che mi regala uno sguardo rinnovato e crea nell’anima quel clima d’innocenza giovanile che alleggerisce il corpo e si esprime così bene nel sorriso.


Sono convinto che questa nostra ricerca di guadagnarci da vivere facendo quello che amiamo e nel modo in cui amiamo farlo è la risposta a questa profonda spinta interiore.


Ho osato credere che, gradualmente, questi nostri tentativi riusciranno a dar vita a un sistema sociale e a una forma della sfera economica che consentano lo spazio reale di espressione a ciò che sentiamo così vivamente nel cuore.

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