Ai margini, quasi assente
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Ai margini, quasi assente.
Certo, quando le cose vengono senza che tu abbia la necessità di pensarci troppo è bello. Tu fai, le cose capitano, tutto scorre nel verso giusto, basta un’occhiata per capirlo. E ti senti bene.
Ti senti bene a tal punto che non ti accorgi neanche di esserci. Voglio dire che ti ritrovi ai margini. Ci sono le cose che fai, che capitano, e tu sei semplicemente ai margini. Non c’è alcun bisogno che tu t’interroghi su cosa senti e cosa provi.
C’è un tempo per questo e c’è un tempo per pensare, analizzare e progettare. E quando è il tempo giusto per fare cosa, te lo rivela il tempo stesso.
Mi viene in mente che forse la coscienza si è sviluppata principalmente nel dolore, nella mancanza, nella distanza tra desiderio e realtà. Ogni parto avviene nel dolore? Anche il parto della nostra consapevolezza?
Non è certo imparando una dottrina che si diventa consapevoli.
La consapevolezza è figlia del viaggio nel tempo, dove il tempo stesso ti tende la mano.
Ma, quando appare, la consapevolezza, come un figlio nuovo, ti colma di gioia.
Mi rendo conto che non c’è più, da tempo, nel mio cuore, né rancore, né rabbia. Mi rendo conto che questo, che una volta cercavo intenzionalmente, ora è avvenuto senza che ne sappia spiegare il come.
Dipingo da tre giorni ininterrottamente.
Faccio tutto il resto, il solito, quasi senz’accorgermene.
Tutto l’universo si è raccolto in questo unico centro. Dipingo. Tutto qui.
Credo proprio che il mio sogno si stia avverando.
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