Vivere oggi
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La foto: legna per ardere, se vuoi accendere il fuoco.
Vivere oggi.
I tempi?
Penso che, in generale, sono favorevoli all’innovazione. Meno forze inchiodano all’esistente e alle consuetudini. Tutto incoraggia a tentare e a cambiare. C’è come un asserto che circola in ogni luogo. Dice: solo innovando c’è speranza.
È forte come la voce della disperazione. Anche se viene detto con il sorriso sui denti.
Soldi e contatti.
Chi ha risorse a cui attingere – soldi e buoni contatti – può correre l’avventura con un certo stile e con un certo margine di respiro.
Chi non ne ha, o ne ha pochi, beh qui si fa dura.
Allora il problema si incolla al midollo. E si tratta di lavorare sull’anima per tenere l’energia all’altezza. La spiritualità vi trova ampio spazio di manovra. Perché è dura – ma bisogna – tenere accesa la fiaccola della speranza.
Molto probabilmente, domani, sarà da queste persone che emergeranno figure guida, interessanti e leader. Perché questa è la gavetta dello spessore umano più fondamentale.
Leadership
I leader sono quasi sempre individui che hanno cominciato a conquistare la loro individualità. Hanno conquistato la capacità di dire: io la penso così. Lasciando da parte quello che si dice, quello che sembra un must, lasciando da parte anche le vie segnate dalla tradizione per piacere, per salire la gradinata, per mostrarsi sul podio.
Ora c’è un grande spazio per la nascita di individui.
Le aggregazioni.
Un tempo i diseredati e gli emergenti si aggregavano con modelli di classe (sindacati, partiti). I primi per difendersi, i secondi per conquistare spazi nuovi in un sistema che aveva regole più semplici: il potere economico, il potere politico, il potere della cultura.
Oggi questi schemi sembrano fasulli.
Le favole che aggregano (ideologie) si sono annacquate.
Si preferisce l’affinità sperimentata.
E ci sono molte cose da fare…
Internet consente molti scambi e sollecitazioni.
Non ancora campagne capaci di mobilitare le piazze.
Ma certamente accordi e associazioni ad hoc, sulla base di progetti a tempo.
E’ come fare un passo dopo l’altro. In attesa che compaia una forma nuova.
L’arte.
Gli artisti esplorano il possibile e spesso anticipano i tempi. Quando sono liberi.
Ogni artista sogna un’indipendenza economica come base della sua indipendenza di ricerca.
I più poveri conquistano la libertà di spirito pagandola con la riduzione dei consumi e degli optional e si nutrono di fiducia auto indotta.
I più radicali reagiscono con l’utopia alla disperazione che li assilla.
Quelli che sono in auge nel grande mercato dell’arte biascicano parole uguali, assolutamente prive di nerbo.
I nuovi grandi verranno dalle periferie del potere.
Il corpo.
Una grande riscoperta del corpo e della natura è in atto.
Gli intellettuali vecchi ne sono sconvolti.
I nuovi sembrano dei satiri.
Dal respiro alle mani, quello che si cerca è la fonte fisica dell’energia vitale.
La bellezza torna ad essere tonda ed energica.
I corpi anoressici evocano decadenza e servilismo. Ma anche la pinguedine.
Un nuovo vigore entra nelle parole.
L’amore e il sesso.
Nessuno – uomo o donna – vuole più sottostare alle regole della prigione. Alcuni ne muoiono, altri scoprono libertà.
Si tromba per riempire un vuoto, oppure per nutrire vitalità.
Fare sesso non è più un’ipoteca da pagare a vita.
I valori dell’amore si liberano dalla servitù del sesso.
L’amicizia dilaga.
Le donne sono più avanti. Gli uomini le seguono.
Vecchiaia.
La vita si allunga. Finito il lavoro e sposati i figli, c’è ancora una vita intera da vivere. Non ci si rassegna ad essere assistiti e intrattenuti. Si vuol vivere e contribuire alla vita. Utili. Con la grande libertà d’azione che l’età consente.
Giovani virgulti consentono nuovi polloni a vecchie querce.
Il futuro.
È molto probabile che vecchi e donne disegneranno il prossimo futuro.
Con buona pace di tutti.
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