A La Terrazza

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La foto è anche la notizia.
Federica, l’audace inventrice di MangerZen è candidata al premio Veuve Clicquot.
“La candidatura al premio, a fianco di donne di profili così elevati e con una giuria davvero d’eccezione, rappresenta di per sè un grandissimo onore al di là del responso finale sulla vincitrice… Una sorpresa piacevolissima che desidero condividere con i lettori di ManagerZen!”
Il Premio Veuve Clicquot, alla sua seconda edizione italiana, si è ispirato sin dal 1972 alla “Grande Dame“ dello Champagne, Barbe-Nicole Ponsardin, Vedova Clicquot, ed è stato creato per celebrare donne di tutto il mondo che siano espressione della sua personalità e dei suoi valori, nonché di quelli della Maison: donne generose, audaci, essenziali, autentiche, femminili, che vivono nel rispetto della tradizione e che hanno coraggio nell’innovazione, rispetto dell’ambiente e dell’universo femminile, nel cui potenziale credono fermamente” …
“In Italia il Premio Veuve Clicquot assume una valenza in più: quella di eleggere la donna che, oltre a essere espressione delle qualità sopra descritte, sia eticamente attiva all’interno e all’esterno della propria vita professionale.”
Vincitrice della prima edizione italiana Nicoletta Fiorucci “per la responsabilità sociale dimostrata nel ruolo di Presidente dell’Associazione Anima”. Farà parte quest’anno della giuria.
Ed ecco la candidatura: Federica Ghetti, Presidente dell’Associazione culturale ManagerZen, per “il coraggio di cambiare strada dal “business as usual” per scoprire un proprio percorso personale oltre che imprenditoriale, dove i temi della responsabilità sociale, della sostenibilità, dell’etica d’impresa, di un altro modo di fare azienda, lavorare e vivere sono centrali”
Scopri le altre straordinarie candidate e i personaggi della giuria. L’11 maggio .. la vincitrice! In bocca al lupo a tutte!
http://www.managerzen.it/veuveclicquot.htm


Alla Terrazza.


Sara passava da un tavolo all’altro. Mentre serviva, sentiva pezzi di conversazione. Una sorta di catena di flash che si metteva insieme, senza nessun costrutto, del tutto casualmente…da un tavolo all’altro.
La Terrazza, sull’Adda, Ristorante e Pizzeria. La sera era quasi primavera.


Al tavolo sei c’erano quelli dell’associazione. Si parlava di pesci e della valorizzazione, con promozioni e presentazioni dell’attività, con radici sicure nel territorio, non senza critiche per la Pro Loco, che non era all’altezza per comprendere quanto fosse importante…


Al tavolo undici, Marc e Paul parlavano sul trombrare le donne. Tutte le sere era la stessa musica. Le erano rimaste nell’orecchio gli occhi strabuzzati di lei nel momento di venire e il grido trionfante di lui che le strapazzava il seno. Poi c’erano tanti culi, disegnati anche col movimento delle mani, e considerazioni obsolete sul pelo del pube e sul fascino intrigante della posizione detta alla pecorina…


Al quindici c’erano due giovani donne. Avevano ordinato paella e vino rosato. Al quattordici, uno dei ragazzi diceva al compagno che le pollastre del tavolo vicino non avevano tette. Piatte come uno stadio. E sghignazzavano attorno a una pizza ai quattro formaggi. Ma i discorsi del quindici attiravano Sara per qualche strano motivo e li registrava con maggiore soddisfazione.


– Sì, non c’era passione tra noi, ma Gabriele è stato un vero compagno in quest’avventura. E lo è ancora con la sua amicizia. Senza di lui non sarebbe potuto avvenire. Io avevo l’idea, ma si trattava di darle un corpo reale…


Sei stata grande. Veramente. Non potrei esagerare nell’entusiasmo. Sei uscita dall’azienda e hai inventato una cosa nuova, hai avuto il coraggio di tentare. E oggi, già oggi, vedi che meraviglia!


Il punto è, Annalisa, che mi sento strana in questa congiuntura. Sono una donna. Sono fiera e nello stesso tempo spaventata dagli stessi compiti che mi sono tirata addosso. Molte volte ricado in ansie e preoccupazioni che sembrano tanto simili a quelle che vivevo un tempo.
Lo so che c’è una sorta di orizzonte aperto per il nostro potenziale. Anche se c’è tanta inconsapevolezza. Io credo davvero che abbiamo da dire molto sul modo di lavorare, sull’ambiente di lavoro, sul tipo di impegno che possiamo esprimere nella giungla del mercato. Eppure, alla sera, rientro troppo stressata per cantare canzoni di vittoria.


Sara portava via, tra un tavolo e l’altro, spezzoni di discorso. Il tavolo quindici le faceva venire in mente che anche lei voleva qualcosa di suo, qualcosa che le somigliasse. E pensava a un locale del tutto particolare. Come si pensa ad un abito confezionato con le tue mani. Che dicesse di te molto di più di ciò che riuscivi a dire lavorando alla Terrazza.


All’undici, Marc e Paul, rappresentanti di una grossa azienda di confezioni, continuavano a trombare donne dal culo allettante e dal pube fosforescente che facevano Ah! nel momento in cui…


Sara ci guadagnava da vivere in quel locale. Ed era brava. Ma non ci voleva affogare. Stava tirando avanti, per avere il tempo di progettare e accumulare risorse per realizzare qualcosa di suo. E immaginava un locale tutto suo come si può immaginare un vestito confezionato da te.


Al quindici, le ragazze senza tette, parlavano concitatamente. Spezzoni di discorso arrivavano alle sue orecchie…


– Esistono vie alternative. Ce ne sono più di quelle che immagini all’inizio.
– Certo, avere paura è umano. Ma anche avere coraggio…
– Io ricomincio ogni giorno, come se fosse l’alba…
– Mi consento di piangere un quarto d’ora, non di più. Poi riprendo la costruzione del possibile.
– Sì, ho fatto Yoga, e mi ha fatto bene. Ma non voglio sostare nella meditazione come se fossi in un parcheggio a vita. Io recupero energie per immettere nel mondo stimoli ed esempi che migliorino le cose.
– Bisogna che lavoriamo con le donne. C’è un immenso potenziale.


Al quattordici, i due ragazzi continuavano a parlare di autostrade e campi di calcio. Senza tette! Dove siamo finiti?


Al sei, la preoccupazione convergeva sulla coscienza di avere una fauna ittica degna di pubblicità e carica di un potenziale attrattivo per un turismo selezionato…


Che farà Sara, nelle prossime puntate?

Categorie: Eugenio Guarini