Innamorata della vita

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Innamorata della vita

Mi piace vivere, mi piace desiderare di vivere più intensamente e con una qualità di senso crescente. Mi piace vedere che sto procedendo nella mia avventura  perché ho risposte positive, incoraggianti, e sfide che vivo in maniera che eccita l’intelligenza e inocula energia.

Mi piace scoprire, lungo il viaggio, che emerge più chiara la mia identità, che so – insomma – meglio quello che voglio essere e fare. Mi piace ammettere che ho scoperto gradualmente, e anche con un po’ difficoltà, i miei talenti e le mie abilità, ma che poi li ho sviluppati, esercitati e ho raggiunto livelli di eccellenza. Qualcosa che esprime sempre meglio la mia unicità. Mi piace molto uscire dal coro.

Sono partita da istinti e forze vitali. Non mi sono lasciata intorpidire né dalle opinioni dominanti, né dagli stili di vita imperanti e nemmeno dalla cultura scolastica. Me ne sono nutrita, ma dopo aver mangiato quello che mi serviva, ho sviluppato cose mie. Ho adattato tutto a me, e ho sviluppato la volontà di coltivare in proprio. E anche qui ho raggiunto, gradualmente, e non senza impegno e sudore, gradi di eccellenza di cui vado fiera.

Nel momento in cui ho capito che avevo delle cose mie da dare, da offrire, da proporre, mi sono messa sul terreno del mercato. Perché è così che la gente entra in rapporto reale con gli altri. Non ho dato mai niente per scontato a proposito dell’economia e del mercato. Ho letto, studiato, ascoltato i grandi maestri, ma, alla fine, ho sempre voluto ritornare all’osservazione e all’esperienza personale. Ho evitato di lasciarmi risucchiare dalle teorie sui massimi sistemi, pur apprezzando infinitamente il ruolo della teorizzazione e delle grandi idee.

Mi sono messa volentieri dalla parte del torto, perché in quella della ragione non c’era più posto. O, almeno, non c’erano più posti importanti. E allora ho scelto di inventare o scoprire spazi nuovi, nelle aree ritenute marginali. E ho capito che l’innovazione avviene nella periferia.

Ho pensato che fosse meglio essere i primi che i migliori. Perché un primo è sempre il migliore, almeno per un po’ di tempo. E perché ad essere i primi c’è più avventura. E l’avventura nutre il mio desiderio di vita.

Quello che faccio ha un valore unico, perché andando a fondo di me io incontro i desideri più profondi della gente, della mia gente. E li nutro con l’entusiasmo stesso che mi abita. Evoco lo stesso entusiasmo per essere vivi nelle persone che lo cercano. E lo nutro.

Tengo il cervello acceso, sempre. E il mio cervello comunica perfettamente con le mie emozioni. Non temo assolutamente di incartarmi in quei ragionamenti bizantini che scavano la tomba in cui ci si seppellisce. La mia mente non mente, perché sa individuare il punto e intuire la sintesi.

Sono diretta nella comunicazione. Parlo guardando in faccia, e taglio sui giri di parole. Me lo sono conquistato questo diritto. Ma si tratta soprattutto di una dote che ho coltivato. Ho sfrondato sui miei problemi emotivi, sono andata al sodo. Ho imparato a sgusciare fuori dalle trappole delle mie stesse cattive abitudini. Amo anche quando sono sola, anche quando sono abbandonata. Sfuggo alle ragnatele che si creano in casa quando si sonnecchia nella corrente tiepida degli umori volubili.

Sono appassionata.

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Eugenio Guarini
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