Che ne faccio di questo?

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Che ne faccio di questo?


Come tutti, sono un misto di forza e debolezza. Dei momenti sono debole, fragile, vulnerabile e intimorita. In altri momenti ho la grinta di una leonessa che difende i suoi piccoli. Sono coerente, a modo mio. Nel senso che non consento ai momenti di debolezza di portarmi fuori dal binario che decido nei momenti di forza e di visione nitida.


Nei momenti di debolezza ho imparato a fidarmi di Dio. Che per me vuol dire: fidarmi delle cose che avvengono. Mi siedo nel centro del cuore e mi lascio guidare da quello che avviene, dentro e fuori. Ho fiducia. Prima o poi, vengo premiata. Le cose si risolvono bene, da sole – si direbbe. Eppure credo di contribuire con questo mio atteggiamento a che tutto proceda per il meglio.


La consapevolezza che tutto è andato a buon fine, che c’era una logica segreta negli eventi, ce l’ho solo dopo che tutto è successo. Potrebbe essere altrimenti? Per questo, ho deciso di non strizzarmi troppo il cervello nel cercare soluzioni a priori. A priori io cerco di centrarmi, di restare connessa o di ricollegarmi. Lo dico in questo modo. Quando sono collegata, credo che tutto quel che avviene porterà a un buon fine. E credo che tutto quel che faccio colpirà nel segno, anche se non lo vedo subito.


Quando sono forte, vedo chiaramente in anticipo. So dove andare a parare e come comportarmi. So fare piazza pulita di tutti i ragionamenti contorti e le domande stupide.


Ho voglia di bene, di bello, di vero. Sono curiosa della vita. Non di sapere cosa fanno gli altri. Ma di sapere cosa significa vivere davvero. Ogni esperienza è importante e la faccio a modo mio. La dico a modo mio. La invento a modo mio. Mi fido di me. So che posso farlo, non perché presuma di essere infallibile. Perché so di essere piuttosto imperfetta. Piuttosto, ho capito che fidarsi di sé e provare è il modo migliore per ottenere risposte, per muovere le cose, per aprire un varco ai propri sogni.


Cerco di essere integra. Mi piace l’integrità. Mi piace anche la parola. So che essere integra vuol dire essere esattamente come sono, senza mettere vestiti ideali che mi stiano larghi, e senza vergognarmi dei miei piedi sporchi, quando ho camminato.


Di fatto, le mie giornate sono molto ricche. So che sono piccola cosa, ma il bicchiere è colmo. E questo è quel che conta. Domani si comincia daccapo. E io sono nuova ogni mattina.


Felice settimana!

Eugenio Guarini
http://www.eugenioguarini.it

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