Capaci di Bellezza

Al risveglio, sono andato a vedere il quadro che ho terminato ieri sera, a mezzanotte. L’ho chiamato “Luoghi così”, senza nessun motivo preciso. Chissà cosa vorrà dire? Mi piace pensare che quello che esce dalle mani e si deposita sulla tela riveli qualcosa di me, ma per lo più, se cerco di metterlo in parole, non so andare oltre espressioni generiche come: desiderio di colorare la vita, il piacere di stare a lungo in campagna, vicino agli alberi, ai seminativi, in solitudine.

L’altro ieri, in campagna, vicino a un maneggio, ho conosciuto un uomo che ci tiene un cavallo. Una bella bestia, che lui chiama Regina della Pampa. Mi ha raccontato che si era iscritto a Filosofia, da ragazzo. Era curioso di conoscere i segreti della vita e delle persone – così mi ha detto. “E sai cosa concludo oggi? – ha continuato – Che gli animali sono molto migliori degli umani…”. E poi mi ha elencato una lista di confronti a tutto vantaggio dei primi.

So che molti oggi hanno questa opinione e non perdono occasione per dichiararla.

o mi sentivo a disagio. Avverto un groppo allo stomaco e mi viene da scuotere la testa quando sento le notizie al telegiornale. Ma gettare questa luce sinistra sul genere umano questo non mi sembra una posizione feconda.

E se mi chiedo, alla fine, perché, malgrado tutto l’inferno di cui siamo capaci, io mi senta ancora innamorato dell’umanità, della sua storia, della sua tensione, dei suoi slanci… alla fine, mi accorgo di pensare al fatto che gli umani sono stati capaci e sono ancora capaci di arte, di sentire il richiamo della Bellezza.

Categorie: Eugenio Guarini