Racconti dall’Isola (continua) 2

“Quanti anni avrà?”, chiese Lapo mentre appoggiava sul tavolo il vassoio con i croissant e il caffè doppio in tazza grande.

La mattina era fresca e prometteva una giornata stupenda. Gli alberi delle imbarcazioni oscillavano appena, nello sciabordio leggero delle acque. Era la colazione preferita di Pietro. Un abbondante tazza di caffè nero con croissant vuoti, friabili, ancora caldi di forno. Si sentiva di ottimo umore e aveva intenzione di fare, subito dopo la colazione, una bella passeggiata lungomare, come d’abitudine.

Era strano che Lapo rivolgesse a lui le domande su Matilde. In fondo, Pietro era arrivato all’isola da pochi mesi ed era stato l’ultimo a fare la conoscenza della giovane donna. Ma c’era una logica in questo. Gli isolani, infatti, si tenevano a distanza da Matilde, per una sorta di superstizione, da quando si era sparsa la voce sul tragico destino dei suoi tre mariti. Mentre Pietro era forse l’unica persona che le parlava, incurante delle dicerie della gente. Ed era perciò la fonte più attendibile a proposito della bellissima giovane donna, avvolta in quell’aura di stregoneria.

“ Credo venticinque, forse ventisei, ventisette al massimo”, rispose quasi automaticamente, dando un morso alla pasta e tingendosi il naso con lo zucchero a velo sollevatosi a causa del respiro.

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Lapo se ne stava lì, impalato, come uno che ritenesse la sua domanda degna di una risposta più generosa. Anzi, quasi a sottolineare questa sua intenzione non dichiarata, presa una sedia, si accostò al tavolo di Pietro, guardandolo con espressione di attesa palese.

“Credo che sia nata verso la fine degli anni Ottanta. Mi ha detto che viene da un paesino attaccato a Vicenza, Torri di Quatersolo, dove ha fatto la scuola dell’obbligo. Sua madre lavorava come donna delle pulizie in un Centro Commerciale del posto che mi pare si chiami Le Piramidi.

Il padre lo ricorda poco, perché se n’è andato quando era piccola…”

A queste parole Lapo dette uno scossone con la testa, come se gli si rivelasse all’improvviso un arcano.

“In che senso se né andato ?”

“Credo che avesse perso il lavoro in non so quale fabbrica di Mestre e avesse deciso di passare il confine andando a cercare qualcosa nella vicina Austria. Mi pare di aver capito che abbia trovato qualcosa negli stabilimenti termali di Graz e che non sia più rientrato in Italia”.

“Quindi è una ragazza cresciuta senza padre…”, sottolineò Lapo, con l’aria che questa circostanza spiegasse nella sua mente tante cose. Tanto che Pietro si mise a fissarlo con le sopracciglia a punto interrogativo.

“Sì, voglio dire – continuò Lapo, scuotendo il capo – è una ragazza nella cui esperienza i mariti … se ne vanno!”

“Lapo, per favore, suo padre se ne andò a Graz … Se ne andò per cercare lavoro. Lo trovò e non fece ritorno. Non è la stessa cosa che è capitata ai mariti di Matilde, che se ne sono “andati” in un senso completamente diverso”.

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Ma Lapo non si lasciò scoraggiare. La sua mente aveva colto una connessione e vi si era attaccata energicamente.

“Il destino si rivela per metafore – sottolineò tutto convinto – Quella donna è una il cui destino è che i mariti …se ne vanno!”

Pietro scosse la testa concentrandosi sulla sua colazione. Si rendeva conto che la curiosità nei confronti di Matilde era cresciuta dal giorno prima, quando fu resa di pubblico dominio la scoperta di Tonino Petrucolo, il campanaro della cappella di Sant’Isidoro.

Costui, un quarantenne dinoccolato dall’aria spiritata, che aveva il compito ereditario di suonare le campane della Cappella di Sant’Isidoro Agricola durante la festa del santo il 15 maggio, aveva sparso la voce prima della mezzanotte di aver beccato la Matilde con un non ancora identificato amante, dopo il tramonto, alla Calla Nurana.

E la voce era rimbalzata in ogni angolo del paese mescolando, senza netti confini, la preoccupazione per il destino del malcapitato amante a una sorta di pruderie nient’affatto innocente per i particolari della vicenda, che Tonino non mancava di arricchire di dettagli colorati ogni volta che ripeteva la storia.

(continua…)

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