Un margine d’incertezza

Meditare la luna. Acrilico su tela, cm 100 x 100 (della Collezione Donne e Luna).


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Un margine d’incertezza


Arrivo alla sera e, spesso, mi domando: ma che cazzo sto facendo? Ha senso la mia vita? A che pro? E, alla fine, ma io sto bene?


Te lo devo confessare, amico lettore. Di fronte a queste domande, e anche per il fatto stesso che esse sorgono,  sento che resta una sorta di margine di incertezza. In altre parole non riesco a sparare immediatamente una risposta trionfalistica. Non sarei sincero.


E non è che le mie intenzioni siano ambigue. O che non impegni le mie energie nel modo che mi sembra migliore. È proprio l’incertezza, il non vedere fino in fondo, il non capire totalmente, anzi il livello modesto della comprensione.


Nelle prime ore del mattino la mia mente è fresca e animata dalle migliori intenzioni. Osservo e progetto. Ma la giornata ha il suo peso. E nelle ultime ore, verso sera, gli occhi sono invasi da una sorta di nebbiolina, i contorni delle cose, e le mie stesse idee appaiono ondeggianti e sghimbesci.


Come stasera, ad esempio.


E per altro, confessarlo, mi fa bene. Capisco che confessarlo è un po’ l’anticamera dell’accettazione. E una volta che mi sia accettato dentro questi limiti vistosi, mi viene anche da sorridere. E pensieri gradevoli vengono a trovarmi.


Che non è necessario essere dei Titani. Che va benissimo dare il proprio piccolo contributo alla vita senza voler strafare. Che va bene muoversi a tentoni. E che comunque è straordinario quello che è stato fatto e che ci è arrivato dalla storia.


La natura e la storia suscitano entrambe la mia ammirazione. E il senso di gratitudine. E oggi io vedo, attorno a me e dentro di me, delle direzioni di movimento che promettono un mondo ancora più ospitale. Ho fiducia, malgrado le mie limitazioni.


Sono grato a tutti quelli che denunciano catastrofi imminenti, contraddizioni e abusi. Anche se non è la mia vocazione, penso che sia buona cosa tenere alto il livello di guardia.
Al contempo, non amo i catastrofismi. Mi piace pensare che ognuno possa, senza stress, senza minacce, lavorare al miglioramento del mondo nel momento stesso in cui ha cura di sé.


Mi piace l’audacia coniugata con la modestia. E l’altruismo impastato con l’amore di sé.

Categorie: Eugenio Guarini