Uisse snza Omero

Nella piccola valle del vento”. Acrilico cm 100 x 100. Ci sono persone che quando sentono il vento si mettono braccia conserte, le gambe allargate, ferme, e lo respirano. Persone che escono fuori del quadro ristretto della società industriale. Senza tornare indietro – che non  era meglio: era peggio. Ma che sappiano annusare il mistero della natura. E con questo senso delle “radici” portino avanti il mondo.


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Ulisse senza Omero.


Ah, le nostre espressioni – le mie comprese – sono sempre titaniche. Dev’essere un effetto della letteratura con cui siamo stati educati. I poemi Omerici, Quelli cavallereschi. Fino a Cervantes.
Ma la nostra storia è piccola. Da formichine e cicale.
Ma, a guardarla di vicino, la nostra piccola storia è una vera storia. Molto bella. Commovente. Da raccontare e comunicare. Perché le storie che ci raccontiamo nell’esuberanza della nostra innocenza sono pane per noi, sono nutrimento.


E sono belli quei passaggi in cui si vede che le nostre conquiste più belle si sono realizzate proprio nei campi in cui ci sentivamo inferiori. Cose che non si raccontano ancora con sufficiente fierezza. Del tipo: “Ero una ragazza molto timida, dentro mi sentivo infelice perché non riuscivo ad esprimermi a dovere. E allora mi sono messa a fare teatro, a recitare, ho fatto anche la modella all’Accademia delle Belle Arti. E ora scrivo pezzi teatrali per la Compagnia del…”


Le nostre piccole storie sono il film straordinario dei nostri grandi sogni. E i dettagli quotidiani sono il sapore succulento del nostro sentire di essere vivi.


Sono nelle pieghe tra un giorno e l’altro le nostre grandi battaglie. Ed è nelle fantasticherie di prima di addormentarsi che i nostri cuori si accendono, ogni sera.


I nostri mille problemi per tirare avanti nel concreto sono l’epopea epica della nostra grandezza umana. Non ci sarà nessun Omero, forse, per queste vicende. Ma noi siamo degli Ulisse senza ombra di dubbio.


E quando entriamo, durante una passeggiata, nella Valle del Vento. Possiamo fermarci, incrociare le braccia e respirare la vita.

Categorie: Eugenio Guarini