Annotazioni in camminata

Guarini pensiero


SCRIVERE


La scrittura comincia molto prima. Quando nasce la percezione di qualcosa che suscita un nuovo pensiero.
A me? Durante una camminata. Per esempio, al Palasot, sopra Castelnuovo Nigra.


In quel momento avviene la prima annotazione. Momento sorgivo. Emozionante. Come il bacio di una fanciulla incontrata nei boschi. La ragazza del viandante.


Una vita all’aperto. Titolo di un libro che devo scrivere almeno dopo un anno o due. Prima sarebbe presuntuoso.


Il dio della montagna è particolarmente piacevole da pensare – baciato dal sole.


Ciò che chiedo è salute e longevità vivace creativa e generosa.


La gratitudine è un sentimento infinitamente piacevole. Coincide, praticamente, con la gioia di essere.


Fantastico scrivere un appunto nella bellezza di certe valli!


Il vecchio aveva sul braccio un grosso cesto di vimini rossi.


Vorrei imparare a conoscere le erbe commestibili e curative!


Lavorare l’argilla è certo uno dei modi di onorare la terra.


Io voglio incontrare i pensieri che animano la creatività degli artisti.


La mia è l’età in cui si sente di avere la libertà di modellare e rendere nuove le cose ereditate dal passato.


“Ciò che c’è” non è più legge ma materiale disponibile e invito a fare.


Quando riconosci che “ciò che c’è” è amore per te, allora incomincia il tuo amore.


Qui, in montagna, nella solitudine meditante, la parola “amore” acquista un significato nuovo e intenso.


“Ciò che c’è è amore”: ecco qualcosa che non è facile dire in pianura.


Impossibile non rendersi conto che a questo punto è poesia.


Pensieri e parole hanno un gusto che tende all’ebbrezza. Il tuo respiro sa di erica e menta. La strada è un tappeto volante. La tua solitudine è commossa libertà di essere.


Ai tornanti, spesso, sentieri tagliano la curva e ruzzolano giù rapidi sulla strada di sotto. Tracciati dalla fretta, non mi lascerò tentare. Voglio percorrere adagio tutta la curva, gustandone ogni passo.

Categorie: Eugenio Guarini