Categoria : Eugenio Guarini
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Il titolo del quadro: Anche questo è la mia storia
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The Secret!
L’avrai notato anche tu che oggi è l’epoca del pensiero positivo. Tutti figli di Roberto Re! E con il nuovo dogma: che la vita non è che la realizzazione dei tuoi pensieri. E che con il pensiero ci puoi andare da padreterno, alla grande. Et voilà, le jeux sont faits ! Non è questo The Secret ?
Ieri sono andato a istallare una mostra a pochi chilometri da Sondrio, Valtellina. Il locale si chiama La Brace (località Forcola). È ricavato da un complesso di cascinali in pietra dura, dove una volta ci dovevano essere stalle piene di mucche e fabbriche di prodotti caseari. Voi lo conoscete il “Bitto”? formaggio fatto a 2.000 metri, dove le mucche mangiano solo pascoli di prima qualità?
Mi ci ha portato Raffaela, figlia dei gestori dell’Hotel e del Ristorante e madre di un ragazzo favoloso, con un talento chiarissimo per la cucina.
Lì dentro ci si lavora. E tutto attorno, nella Valle si producono latticini, prodotti caseari, vini, pinzoccheri, insaccati eccetera.
Raffaela ricorda ancora l’anno dell’alluvione. Lei era bambina. Qui c’erano tre metri di acqua. Noi eravamo saliti su, in Ardenno, ma pensavamo di morire perché dicevano che la diga, lassù, sarebbe saltata e l’acqua avrebbe portato via tutto.
Sono commosso a sentire il racconto. Vedo, in tralice, il lavoro umano, quello secolare, quello millenario. L’intelligenza, l’imegno e la fatica.
Quando giro per queste nostre geografie umane sono affascinato da tutto ciò che fa pensare al lavoro, all’intelligenza, alla perseveranza, alle difficoltà, alla lotta contro le sfide… E dico tra me – sentendomi un po’ cretino e piccolissimo : mamma mia! Quante cose sono state costruite dagli uomini e dalle donne che ci sono nel nostro passato!
Le strade, le gallerie che portano da Lecco, lungo la statale 36 fino all’imbocco della statale 38 della Valtellina, io le trovo delle opere fantastiche – anche se il fondo stradale della ss 38 ha bisogno di essere risistemato, questo lo voglio dire.
Io sono filosofo, sono pittore, pulisco casa mia, cerco di curare la mia auto perché non mi lasci a terra, ma tutto questo è veramente niente se guardi linee ferroviarie, aerei, impianti alberghieri, fabbriche, petroliere, cavi elettrici e via discorrendo.
Io penso che milioni di persone hanno lavorato sotto la guida di progetti audaci, partoriti dall’intelligenza, per creare un mondo decisamente più ospitale di quello delle foreste, le pianure, gli acquitrini eccetera.
Io adoro la natura. Vi vado perfino di trovare lì dentro il contatto con il divino e col mistero. Sembra bucolico girare tra i campi coltivati del Canavese. Ma tutta la struttura industriale e le infrastrutture, che stiamo giustamente criticando nel tentativo di evitare inquinamenti e disastri, mi appare come il grande segno dell’industria umana che ci consente oggi, anche senza saperlo, di vivere e di pensare e di immaginare così come facciamo. Lo trovo fantastico malgrado tutto.
E in questo immenso sforzo dell’industria umana e del lavoro, il prezzo è stato tanta fatica e anche tanta sofferenza, e anche tanta capacità di reggere, tenere, resistere, perdurare, farsi coraggio e continuare a lottare…
Di fronte a tutto questo nostro passato, la filosofia del pensiero positivo – del tipo semplificato “desidera, chiedi, credi a ricevi…” – mi sembra una scorreggia!
Io vorrei che la gente non si sentisse in colpa perché piange, si lamenta, si dispera. Perché la vita è dura. E ci lascia ferite addosso che hanno spessore e fanno male a lungo – quando cambia il tempo.
Non inganniamo i ragazzini. Facciamoli sperare, ma in associazione con il farsi il culo – non con facili cretini giochetti psicologici. Amen.
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