Pensieri sotto la luna
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Pensieri sotto la luna
(come il titolo del quadro allegato, che è un acrilico su tela cm 80 x 60)
“È quello che ti voglio dire: – e parla con l’effervescenza che ho imparato a riconoscerle come tratto che la contraddistingue – si è andata costituendo qui da noi una sorta di ipocondria da New Age. Piena di buonissime ragioni, ovviamente. Ma alla fine dei conti inconcludente, sterile, con un destino di isolamento dal mondo, dalla società e dal futuro…”
So che Silvana parla per esperienza personale. Nel senso che in quella storia c’è passata. L’ha percorsa da capo a fondo. E questa è la sua conclusione, oggi.
Già ingegnere informatico, si era licenziata dall’azienda per cui lavorava con l’intenzione di trovare un ‘occupazione più congeniale. Voleva che il lavoro fosse espressione di se stessa e aspirava a un’attività creativa. Di fatto era rimasta delusa da tutti impieghi che aveva sperimentato.
Si era data per un lungo periodo alla formazione, cercando una dimensione alternativa a quella che chiamava la cultura aziendale tradizionale. Ma anche qui la sua anima non riusciva a trovarsi in pace con se stessa.
In questo stesso periodo aveva cercato conforto o complemento in una serie di percorsi formativi di tipo alimentare, meditativo, spirituale, esoterico, conquistando un po’ per volta un nuovo equilibrio e pacificandosi con se stessa.
Ma ora sentiva che questa fase della sua vita era finita. Era il momento di impegnare le nuove energie lavorando per il mondo e non limitarsi più a contemplare il proprio ombelico (così si esprimeva).
Mi stava raccontando la sua recente decisione di andare a lavorare per una ong impegnata nell’alfabetizzazione delle donne yemenite, come presupposto della loro emancipazione da una condizione di subalternità inverosimile e impensabile nelle nostre società.
Ecco, vedi. Ora mi sento orientata in maniera sana.
Credo che sia stato importante – è ancora molto importante – che uno prenda le distanze dalla frenesia e dallo stress del sistema mercantile che domina la nostra vita, dalla cultura del lavoro, dell’impresa, dal consumismo che fa da specchio perfetto all’alienazione da lavoro.
Credo che sia giustissimo prendersi un tempo per avere cura di sé, imparare a volersi bene, a trattarsi bene, a conoscere le proprie esigenze vere, a conquistare uno sguardo equilibrato, a godere del presente, e allargare la propria dotazione di talenti. Tutto questo è sacrosanto.
Ma a un certo punto questa crescita interiore sente il bisogno di impegnarsi nuovamente nella pasta del mondo. Perché è quello che le nostre mani vogliono cambiare, plasmare, modificare, migliorare. La storia umana è la nostra vera passione e il nostro compito. Aderendo alla sua viscosità ma con la forza dei nostri sogni. Che sono il sogno di rendere questo mondo più ospitale per tutti e di promuovere quel contesto, quelle condizioni e quella civiltà che rappresenti un passo in avanti per l’umanità.
L’itinerario di crescita interiore mostra ora, alla fine, il suo vero senso. Nato da una spinta a rientrare dentro e a sviluppare l’interiorità, chiede ora, nuovamente, di uscire allo scoperto e realizzare storia. La nostra ritrovata vitalità e la nuova energia anela a trasformare il mondo. Chiede di lavorare al nostro futuro. Come sempre.
NOTIZIE.
Prima. Vent’anni dopo!
A vent’anni dalla maturità mi ritrovo a cena con una classe amatissima. Ecco la foto.
Seconda. Una bella modella m’intervista.
Francesca, una cara amica di Bologna, fa la modella e mi ha intervistato per LiberaEva. Qui puoi ammirarla sul suo sito.
L’intervista la puoi vedere qui.
Terza notizia. Iniziata con gennaio 2008 una nuova Esposizione a Torino, alla Pizzeria Casale 93, in corso Casale 93, sulla Piazza Borromini.
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