Andiamo al punto

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il quadro: (80 x 60) Andiamo al punto.


Andiamo al punto.


C’è qualcosa che mi fa andare fuori dalle righe, quasi sempre. A dirla, perfino mi vergogno per non sapere trovare le parole migliori. Ci provo, comunque. Ho bisogno di aver già mangiato e bevuto un paio di bicchieri per trovare il coraggio di parlarne.


Allora, succede per lo più all’improvviso… magari sono in macchina e sto percorrendo un qualche tratto di autostrada – come ieri che andavo a Arenzano. Oppure è mentre faccio le pulizie di casa e mi affaccio casualmente al balcone… O anche se qualcuno mi viene a raccontare che si è innamorato, e così e così … O come quando la mia amica Elena, di Cosenza, mi dice che la sua amica rumena è stata picchiata ferocemente dal suo compagno, dopo che lui aveva sentito alla televisione la notizia di quella rumena che ha fatto morire di botte l’anziana signora di cui era badante…


C’è da ridere a raccontare le circostanze in cui arriva questa sorta di flash. Mi viene in mente la volta che è successo mentre vedevo le immagini dell’immondizia di Napoli…


Insomma – è inutile che la meni per le lunghe – quello che succede è che io mi rendo conto, all’improvviso, che vedo solo la superficie delle cose, la buccia del mondo – per così dire. E so che sotto quella buccia, e dentro alle cose, e oltre la superficie, c’è un universo denso, pieno, caldo… ma io non lo vedo, ne resto escluso. Mi ci accosto al massimo con delle illazioni, trasferendo qualcosa che so di me, sotto la buccia della pelle… ma, di fatto, io non vedo, non sento, non so di quello che c’è nel cuore del mondo.


E allora sono preso da sgomento e mi viene alle labbra questa strana espressione: “Tutto questo casino… chi sei?”


Come se ci fosse qualcuno e io potessi trattare con lui.
Come se potessi accedere a una verità nascosta.


E poi mi ritrovo, raffreddandomi, con le mani sotto l’acqua del lavandino mentre sto rigovernando, o a sentire le voci della radio, con la musica e questi testi diventati ermetici.


E mi sembra strano che io sia qui, con questa mezza visione, un pezzettino di consapevolezza, e tutto questo desiderio di sapere, di vedere, di trasparenza dell’essere.


E dopo tutto questo non so ancora rispondere con sicurezza – senza audacia – dove mai stia andando e che cosa abbia da fare – o forse nulla…


Ma che desiderio di vita, lo stesso. Che desiderio!


NOTIZIA
La mia amica Gloria – fanatica entusiasta di esplorazione del senso – mi comunica alcune iniziative che sta curando in Castel San Pietro.
Qui ci sono i link per farsene un’idea:  Primo e Secondo.

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