Prendere corpo

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Il quadro: Prendere corpo, acrilico su tela, cm 100 x 100.


Prendere corpo.


Decisamente sto ancora zoppicando. Certo che ho il fiato ancora corto. Ma che meraviglia essere ritornato a respirare la vita. Muovere le mani nelle cose e sentire che la vita scorre e crea mulinelli attorno ai tuoi gesti!


Nelle mie camminate ho ripreso a sognare. Fantastico, trasportato dal benessere che questo provoca dentro di me. E la fiducia si sviluppa attorno alle mie fantasticherie e a queste sensazioni.


E rientro in casa lievitato, ripulito dalla pesantezza.


Tutto questo il mese scorso non era neanche immaginabile. E ora vedo bene in cosa consista il nocciolo nero e duro della depressione: non c’è niente che dia gusto, niente che smuova il tuo desiderio di vita. Niente che accenda il desiderare.


Che tristezza!
Ma, in un certo senso, sono perfino contento – ora – di aver saputo questo. Di aver sentito la pressione di questa morsa sulle mie ossa e sulla mia anima.
Non ti dirò che la sofferenza è un ciclo necessario perché si possa conoscere la gioia.
Non te lo dico e non te lo voglio dire.
Qualcosa dentro di me si ribella a questo tipo di affermazioni.
Non posso ammettere che possedere in anticipo un sapere del genere aiuti ad essere più genuini.


Un brivido di ribellione attraversa tutto il mio corpo se immagino di proporre un’affermazione del genere come un assunto filosofico.


Che la sofferenza sia stata utile è per me solo un’affermazione legittima a posteriori. Quando tutto sia finito. E quando sia successo proprio questo: che la nuova giornata contenga elementi che consentano di dare un senso a ciò che è capitato.


Io vorrei rifiutare ogni dogma, ogni dottrina. Anche la più straordinaria sul piano spirituale. Perché sapere le cose prima, avere in tasca un’interpretazione per ogni evento – ed è quello che le dottrine consentono e suggeriscono – impedisce in qualche modo di vivere davvero.
Perché la vita vera è evento. È ciò che avviene. E ha la sua dimensione di sorpresa e di rischio. Che può andare a finire bene o male.
A cui ti puoi preparare sviluppando i muscoli e l’arguzia.
Ma ti prego: risparmiati un’interpretazione a priori.
Pensa che ci sono grandi opportunità dentro ciò che sta accadendo, ma ancora non le hai viste. Aguzza lo sguardo per cercarle.
Piangi e disperati finché non le vedi.
E semmai le intraveda, allora esulta.


E sarà come sentire la cresta dell’onda direttamente dentro di te, nel centro del cuore.
E tutto quello che sei e che ancora non è nato, incomincerà a prendere corpo.

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