L’Adesso e il Sogno

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L’Adesso e il Sogno


E allora sono stato malato. Ho avuto anche depressione e senso di fallimento. Quelle cose che vengono quando non stai bene. Soprattutto sei hai passato una certa età.
Viste da qui – ora infatti sto bene – non sono più così pesanti. Né significative.


In quei momenti bui ho letto, su suggerimento della cara amica Cristina, il libro di Tolle sul potere di Adesso.
Poi è successo che altri me ne abbiano parlato. Anche oggi, l’amico Sandro. A proposito di un periodo un po’ nero dell’esistenza.


E mi vengono in mente questi pensieri:
ecco una spiritualità che viene in soccorso della speranza nei momenti bui. Ma la spiritualità è così strettamente legata alla sofferenza?
Le religioni e le saggezze che ci vengono dalla tradizione hanno tante cosa da dire e da offrire alle persone che versano in momenti difficili, dolore, malattia, angustia, angoscia, mancanza di senso…
Dunque, è proprio vero quel che si diceva una volta del Dio tappa buchi? Che Dio sorge nel momento in cui l’uomo si riconosce debole e malato?


Insomma, lo capisci quel che voglio dire: non mi ritrovo con senso di dignità di fronte a una spiritualità, a una religiosità, a una fede che si fa avanti proprio in forza della debolezza e della malattia.


Penso che non sia giusto, che non sia onesto, che non sia bello.


Quando sto male – come tutti – piango, prego, mi inquieto, dispero, mi abbandono, mi arrendo e mi do da fare.
Riuscire ad isolarmi nell’adesso è come rannicchiarmi attorno alle mie ferite. Aspetto che passi – se passerà – risparmiando le forze.
E riesco a trovare anche una certa pace. Mi accontento di essere. O di essere stato.


Tolle dice qualcosa di più. Qualcosa che mi piace moltissimo: che l’Adesso ha tutto ciò di cui abbiamo bisogno per andare avanti.
E che, invece di guardare fuori dall’Adesso, nel futuro, o altrove, è utile concentrare l’attenzione su qui e ora.
Perché il qui e ora non è solo il brusio che si capta sullo sfondo del Nulla. Ma è un evento. Qualcosa accade qui e ora.


Ma appena tornano le forze, risorge il desiderio. E allora io direi che rimanere prigionieri nel qui e ora sarebbe un peccato. Allora è il momento di sognare e di volare e di lasciare che la salute si configuri come una vita piena e non soltanto come scomparsa del dolore.
E una vita piena comprende i tuoi sogni, l’esultanza e l’entusiasmo.
Come sarebbe brutto – per paura di soffrire – rinunciare ai sogni!

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