Inventare la vita

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Il quadro: Cucciolata, acrilico su tela, cm 100 x 100. Vedi in Galleria la mia pittura più recente.


Inventare la vita.


E tu spennelli – o spatoli – con fiducia. Animato dal desiderio del bello, ti dai da fare, attingendo con altrettanta fiducia ai colori che hai a disposizione. Muovi le mani andando incontro al caso, all’imprevedibile, ma con l’intenzione del bello. Il che vuol dire che spingi i colori e i tratti a mettersi insieme degnamente fino a che non compare qualcosa che emana Bellezza.
Quando arriva – e se arriva – la riconosci. E allora, conviene fermarsi e chiudere.
A volte succede subito – o rapidamente. Altre volte è più dura. E devi fare i conti con sentimenti di scoraggiamento, di depressione o di rabbia. Talvolta ti viene da fare il furbo, ma non paga. Non ti resta che ripristinare dentro le condizioni della pazienza, della fiducia, dell’attesa del momento buono, dell’intenzione pulita. O sospendere temporaneamente. Per riprendere più avanti, quando senta l’arrivo della Grazia.


Descritta in questi termini, la pittura è un po’ come tutte le cose che facciamo. Sottolineando che qui, però, l’obiettivo è far emergere la Bellezza. Solo la Bellezza giustifica un quadro.


Che cosa suggerisce di filosofico la pratica quotidiana della pittura?


Ecco la domanda che mi son posto.
Una domanda che mi ripropongo periodicamente fin dai primi tempi.
Perché l’esperienza della creazione di un bel quadro è così piacevole ed eccitante che ti vien voglia di generalizzare il processo a tutta quanta la tua vita, ad ogni suo aspetto. Ti viene da chiederti: perché non tentare di fare un bel quadro di ogni giornata della tua vita?


Di fatto, entriamo facilmente in questo atteggiamento in tante circostanze. Quando sistemiamo i fiori sul tavolo, quando curiamo il balcone, quando puliamo il cucinino dopo aver rigovernato, quando facciamo toilette al mattino, quando vestiamo, perfino quando prendiamo appunti sul nostro notes o sull’agenda… inseguiamo un’intenzione di bellezza nella cura con cui operiamo.


Perché la ricerca della Bellezza è leggera e piacevole. Meno pesante della ricerca del Vero e del Buono. E noi siamo disposti a considerare la Bellezza come il bagliore stesso della Verità, che ci visita nell’armonia e nella gentilezza, senza drammi e senza tragedia.
La Bellezza ci fa sentire che siamo a casa. Che ci stiamo bene.


Ma poiché la vita è fatta di cose serie e pesanti, una parte notevole della nostra esistenza rischia di restare fuori della luce della Bellezza.
Ed ecco la tentazione dell’artista: perché non provare a fare dell’intera vita un’opera d’arte?


La pratica della pittura suggerisce l’idea che tutta la materia di cui è fatta la vita possa essere plasmata fino a far emergere una forma bella così come chi ama cucinare è orientato a fare un buon piatto di quel che trova in frigo.
Mantenere questa intenzione e darsi da fare, imparando a farlo, diventa così un approccio particolarmente sensato all’esistenza.
Bisogna crederlo possibile e coltivare tutti quei comportamenti operativi e quel lavoro interiore che sviluppano tale abilità.
Spesso significa oltrepassare la frontiera di ciò che finora abbiamo ritenuto il limite del possibile.


Filosoficamente, la pratica della pittura suggerisce che non descriviamo mai le cose come stanno, ma le interpretiamo sempre. È la nostra interpretazione creativa che disegna lo scenario in cui si svolge la nostra avventura. L’incontro con la realtà, l’esperienza della realtà, nell’arte passa attraverso lo slancio dell’immaginazione. È la situazione magica dove scoprire è identico a inventare.

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