Categoria : Eugenio Guarini
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Due o tre cose importanti…
Sì, molta eccitazione. Molti pensieri. Tutti erano impegnati a rivedere ogni cosa. Quello che era successo durante l’anno passato. E volevano anche progettare, dare vestiti nuovi ai propri sogni. C’era quel fermento vivo delle menti che pensano ed esplorano e cercano: sondano il possibile e l’impossibile…
Il cambio dell’anno, le feste Natalizie, l’Epifania.., sembravano aver dato la stura ad analisi appassionate e piene di desiderio. In quel che era successo si sperava di scoprire qualche segreto, qualche strategia da infilare nella cassetta degli attrezzi. Sapevano di aver imparato molto. Sapevano che erano diventati diversi, che erano cresciuti molto, ma non sempre era abbastanza chiaro perché. La mente degli Ontonauti era sempre un fermento di idee, domande, ipotesi, metafore, magie…
– I libri! Ho una passione che mi commuove profondamente per i libri. Mio padre me li leggeva prima di addormentarmi quando ero ancora piccola. E non potrei immaginare la mia vita senza i libri che ho letto, di cui mi sono nutrita. I libri possono raccogliere i pensieri più belli che nella nostra avventura siamo riusciti a partorire. I libri ci trasmettono l’anima di chi li ha scritti, i suoi sogni e le sue conquiste. Ci trasmettono lo sguardo che ha saputo vedere il possibile e illuminare tante strade.
Martha parlava con calore, guardando le cose che diceva come se fossero personaggi di un film d’azione proiettato in una dimensione parallela. La ragazza della vineria stava servendo un piatto a base di lenticchie. Ufficialmente il motivo di quell’incontro era l’organizzazione del primo convegno degli ontonauti. Ma in quei giorni eravamo tutti presi dalle notizie del maremoto in Indonesia. Piuttosto turbati, direi. E il lavori del convegno tardavano a prendere l’abbrivio.
Teresa l’ascoltava attentamente. Beveva la luce che si sprigionava dal volto dell’amica. Ma, nello stesso tempo, era perplessa. Un turbamento affiorava dai suoi gesti contenuti e Martha se ne accorse. E gliene chiese la ragione.
– Sì, sono inquieta. Ho dei dubbi. Di fronte a questa catastrofe immane, come possiamo ancora coltivare il nostro entusiasmo, esprimere la sete di una vita piena di gioia, di colore? I nostri scopi, che in tempi normali sembrano così belli, veri, ora, con questi centosessantamila morti, con la devastazione di tanti paesi…, mi sembrano così piccoli, perfino meschini ed egoistici…
Martha era rilassata e nello stesso tempo intensamente presente. Prese la mano di Teresa, come per comunicarle fisicamente la quiete interiore.
– La fede è una scelta folle. Viene prima la fede e solo dopo Dio. Il Dio, cerchiamo di immaginarlo al meglio delle nostre possibilità. Ma l’andamento delle cose ci sconcerta perennemente. Ci dice che Dio non è quell’affare dolce ed edulcorato che abbiamo desiderato immaginare. Di Dio sappiamo niente, ma della fede sì. Sappiamo che aver fede cambia la vita e libera i nostri poteri. Ci rendiamo conto che ciò che ci consente di essere vivi e di desiderare e di operare nella direzione dei nostri desideri è fragilissimo – non un possesso sicuro. Basta un maremoto, una pallottola vagante, un atto di terrorismo… e tante altre cose, un camion nella direzione sbagliata sull’autostrada, per esempio… Basta poco perché tutto questo venga meno. La vita è fragile. Ma è talmente bella, con tutti i suoi casini… Noi crediamo nel nostro desiderio di vita e di vita piena e l’immaginazione fa il resto.
Orenburg era irsuto e abbronzato. Più per trascuratezza che per intenzione. Viveva in un cottage a mezza montagna. Passava la maggior parte del tempo a elaborare le sue teorie. Era sostenitore appassionato del metodo scientifico e traeva le modalità del suo pensiero dalla tradizione delle scienze esatte. Si occupava di altro, però. Era un allievo di Mihaly Csikszentmihalyi fin dai tempi dell’Università di Chicago.
Malgrado il freddo, teneva la camicia sbottonata e rovesciava perennemente gli occhi in alto a destra, come fanno quelli che vivono nelle nuvole.
Stava parlando ai suoi vicini di tavola, dei ragazzi pieni d’entusiasmo, dediti alla formazione.
– Questo è il punto: il CFP (ci-effe-pi). Abbiamo ipotizzato l’esistenza di una sostanza psicochimica, secreta in certe circostanze dal cervello umano. Il suo nome per esteso è Creative Faith Power. Conosciamo gli effetti della situazione mentale quando è presente questo correlato neuorologico della vita psichica. Gli sportivi parlano di The Zone, della Zona. Gli artisti la chiamano Ispirazione o Stato di Grazia. Semplicemente, le cose vengono con estrema facilità e le prestazioni sono ottimali e senza sforzo. Inoltre si attirano le persone e, in qualche modo, si attirano anche eventi felici e favorevoli.
Siamo in grado di visualizzarne la presenza e il movimento con i moderni sistemi di rappresentazione cromatica dell’attività cerebrale.
Per il resto, è piuttosto misterioso…
Noi ci limitiamo a raccogliere informazioni sulle condizioni e sui fattori che consentono la produzione di CFP. Pensiamo che una conoscenza accurata di questi fattori consentirà – o faciliterà – la sua secrezione, con tutti i benefici effetti che conosciamo….
Erano i primi giorni dell’anno nuovo. Tra gli Ontonauti era un gran fermento. Idee, pensieri, ipotesi, progetti. La volontà precisa di continuare il viaggio. E di essere in grado di mantenersi con le proprie forze, conquistando e pagando quella libertà di cercare che non aveva prezzo e che non avrebbero ceduto per nulla al mondo.
Orenburg continuava ad arringare il suo piccolo gruppo di ascoltatori. Insisteva con passione su quello che diceva, quasi a dare una dimostrazione di ciò che intendeva:
– È necessaria una grande energia per superare l’Entropia. Prigogine l’ha detto in maniera autorevole. L’ontonauta deve trovare il modo di accedere al Creative Faith Power. Esso corrisponde alla Lampada di Aladino delle favole…
La luna era uno spicchio sottile nel cielo terso. Il convegno ritardava. Ma la mente degli Ontonauti era un fermento continuo, una ricerca senza fine. E la gente si scaldava a quella passione…
Belle Notizie
Bologna, Via Calori 3 (di fianco al vecchio Palazzetto dello Sport di Piazzale Azzarita), presso AQTUA, salone coiffeuse originale. Questo l’indirizzo della mia esposizione LA TESTA DELLE DONNE, 8 quadri. Da visitare. Alcune foto sul Diario di Bordo.
Parma, da CHIOMA, Via Gramsci, 3, mostra dedicata a LA TESTA DELLE DONNE, 20 quadri. L’esposizione è aperta a tutti i visitatori. Chiedere di Paola, che farà gli onori di casa. Alcune foto sul Diario di Bordo.
Del mio libro (Da qui a lì) sono volate via quasi settecento copie a partire da ottobre. E’ un libro che sostiene il cambiamento e aiuta a credere nei propri sogni. Ce ne sono ancora molte copie per coloro che lo volessero. Scrivetemi. Intanto, il secondo libro, che si chiamerà “Sì” sta cercando un editore nazionale.
Il quadro: Due o tre cose importanti…(acrilico su tela cm 100 x 100
Eugenio Guarini
http://www.eugenioguarini.it
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