la musica prima di morire
Ho riflettuto molto in questo mese. Perché sono entrato nel mio settantottesimo anno di età, il tempo è diventato più prezioso, l’amore per la vita mi dà alla testa, e so che devo pensare alla vecchiaia. Non pensare alla vecchiaia come un tema di riflessione: pensare a come potrò vivere il mio amore per la vita quando le gambe saranno più deboli, la vista più vacillante, i viaggi mi costeranno più fatica, e anche solo chinarmi per pulire sotto i mobili sarà diventato un supplizio.
In un certo senso mi sono innamorato di questa nuova avventura: diventare un vecchio felice e creativo, Dio consentendo!
Ho pensato che dipingere, disegnare, scrivere, saranno sempre importanti per me, come pensare, riflettere, ideare. La cultura della creatività mi affascina ancora, mi ha sedotto, mi commuove, mi emoziona e mi attira. Ho pensato che è giunto il momento per coronare un altro sogno che ho lasciato sempre ai margini per pigrizia. Ma ora la pigrizia non ho più senso, né scampo. Voglio imparare a suonare il pianoforte per benino. Ho sempre strimpellato a orecchio. Troppo pigro per andare a scuola di musica. Leggere gli spartiti è una montagna da scalare! Ma ora, che senso avrebbe farmi mancare la soddisfazione del suonare, del comporre, ora che capisco col corpo che la vita non durerà in eterno. E dunque mi ci sono impegnato. Ho cominciato. E trovo durissimo, ma mi sto organizzando e non mi manca la pazienza e la motivazione. La musica mi regala una disciplina a cui non sono mai stato capace di sottostare. Ora la vedo necessaria. E in un certo senso questa decisione, questa scommessa, sembra promettere perfino una longevità gioiosa ed emozionante.
Ecco qua, dunque. Questa è la novità. E intanto continuo ad esplorare e a inventare la via dell’artista.
Un abbraccio a tutti i miei amici.
Eugenio
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