Categoria : Eugenio Guarini
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Li trovo al bar dell’Ipercoop. Auguro loro Buon Anno. Lei dice che c’è poco da sperare, andiamo sempre peggio. Suo nipote non trova lavoro, fuori tanta violenza, poi la crescita del razzismo, dell’intolleranza, la politica show, le disuguaglianze crescenti…
Le dico che è vero, là fuori è un inferno. Ma le cito il pensiero di Calvino ne Le città invisibili che dice di cercare nell’inferno ciò che inferno non è e di nutrirlo e allargarlo.
Dico che per trovare questi spazi di non inferno non bisogna avere occhi solo per il male. Bisogna saper vedere e trovare gli spazi di bene. La cosa deve nascere da una decisione da dentro che rifiuta di dipendere totalmente dalle circostanze esterne. Una volontà di creare un castello tra le nuvole dove i nostri desideri di bene possano abitare con gioia. E da qui partire con energie buone a lavorare negli spazi dove l’inferno non c’è.
“Dove l’inferno non è”, ripete lei. È un bel libro di Alessandro d’Avenia. L’ho letto. È un libro meraviglioso…
Li saluto ed entro nel supermercato a fare la spesa.
Mi accorgo che in quelle parole ho espresso perfettamente la mia filosofia di vita e di artista.
Buon Anno.
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