Categoria : Eugenio Guarini
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La settimana scorsa sono stato invitato a prendere contatto con un’iniziativa molto interessante in vista di una futura narrazione. L’iniziativa nasce all’interno di una straordinaria associazione culturale, l’AU.DI.DO, AUtogestione DIversamente Dotati di Alpignano.
Uno dei soci, Andrea, aveva espresso il desiderio di organizzare una gita in aereo. I dirigenti dell’Associazione hanno appoggiato la richiesta trasformandola in progetto quando hanno trovato in un caro amico, Michele Santarella, già dipendente dell’aeroporto di Caselle (Torino), la persona giusta per prepararli all’impresa. Michele ha organizzato un corso di formazione, simulando un’agenzia di viaggi per tutte le informazioni relative al biglietto, la destinazione, il bagaglio, le misure di sicurezza, eccetera. Ha poi creato nella sala grande dell’associazione una simulazione dell’aeroporto, con i vari uffici per il check-in e il trasporto in aeromobile. Ha ottenuto per un’ora l’aereo e il personale di volo dalla BlueAir, che a Caselle è la compagnia più precisa ed efficiente. Inoltre è riuscito a coordinare tutti i soggetti che operano all’aeroporto, compresa la sicurezza.
Sono rimasto così colpito dall’accuratezza con cui è stata preparata quest’iniziativa che ho chiesto di parteciparvi anch’io il 4 dicembre in maniera da annotare e registrare ogni momento dell’operazione. Ho capito anche che AU.DI.DO di Alpignano è un vero centro di cultura dove si sviluppa una nuova visione della disabilità e sicuramente stabilirò un contatto più regolare con loro.
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Ho terminato con grande piacere il libro di Kenneth Goldsmith, Perdere tempo su Internet.
Lo considero una miniera di intuizioni e suggestioni utili per un uso consapevole e creativo di Internet, dei social, e dei nuovi aggeggini tecnologici che ormai fanno parte della nostra vita.
Ricco di richiami alle esperienze artistiche e letterarie, dai surrealisti ai dadaisti, Perdere tempo su Internet è il manifesto che ci invita a ripensare completamente il nostro rapporto con il web. Un libro per molti versi sovversivo, un’analisi a tutto campo, avvincente e imprevedibile, come Internet del resto.
Tutti perdiamo tempo su Internet, arrivando persino a colpevolizzarci per quanto siamo soliti saltabeccare da un sito all’altro. Ma siamo davvero sicuri che stiamo sprecando del tempo? Per Kenneth Goldsmith non è affatto così perché, a differenza dei vecchi media, Internet ci obbliga a un coinvolgimento attivo, facendoci diventare più sociali, più inventivi, e persino piú produttivi. Goldsmith sviluppa queste sue provocatorie intuizioni sostenendo che le nostre vite digitali stanno rimodellando l’esperienza umana. Quando stiamo «perdendo tempo», in realtà creiamo una cultura della partecipazione, leggiamo e scriviamo di più, anche se in modo diverso. E mandiamo a gambe all’aria i concetti di autorità e autenticità. Internet ci fa entrare in uno stato intermedio tra l’estrema attenzione e il naturale fluire del subconscio, la condizione ideale per la creatività. Dove tutto ciò ci condurrà è uno dei segreti del XXI secolo ancora tutto da scoprire.
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Un abbraccio,
Eugenio
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