Domani sono vent’anni di vita d’artista. Voglio ricordarlo.
Mia madre riteneva di aver avuto una vita infelice. Un matrimonio fonte di sofferenze cui una scelta egoista di sua madre l’aveva destinata. Di fatto seppe far fronte alle sfide della vita con notevole carattere e gestire con energia e intelligenza la vita quotidiana ma lei era convinta di aver avuto un destino infelice. La scoperta di un suo diario me lo aveva reso chiaro. Nella lunga storia di questa vicenda ricordo ora un momento che ha segnato la mia storia. Non è l’unica vicenda, ce ne furono altre piuttosto importanti. Ma ora me ne viene in mente soprattutto una e il motivo risiede nella circostanza che domani sono esattamente vent’anni della mia vita d’artista.
Quando fu introdotta la televisione essa entrò anche nella nostra casa e io ricordo, e mi sembra di rivedere la scena, che mia madre seguiva in un certo momento della giornata una fiction trasmessa dal piccolo schermo. Io ero interessato ai miei giochi e la televisione non esercitava grande attrazione a confronto, ma osservavo mia madre che si commuoveva fino alle lacrime alle vicende della fiction, identificandosi con qualche personaggio, esultando o soffrendo secondo il caso. Notavo l’intensità emotiva con cui viveva la fiction. Poi la fiction terminava. Lei chiudeva la televisione. E ritornava al grigiore triste della sua esistenza. O almeno così la vedevo io.
Racconto questa storia perché nella mia testa di adolescente di allora ricordo con chiarezza che si formò una sorta di decisione che avrebbe guidato il mio comportamento nel futuro e in qualche modo è ancora attiva dentro di me.
Anche se è difficile da dire compiutamente, in maniera approssimativa questa decisione può essere riassunta in questi termini: non mi basterà mai che l’intensità del vivere il la provi proiettandomi in una fiction: io voglio che la mia vita reale abbia quell’intensità e pienezza che mia madre cerca per consolazione nella televisione.
Col tempo ho cercato di distinguere quelle narrazioni, o meglio, quell’uso delle narrazioni che stimola e coltiva il proposito di una vita piena di senso da quell’uso della fiction che si sostituisce ad essa. Ma, soprattutto, ho tentato di fare della mia vita una vita da romanzo e da sogno.
Vent’anni fa, il 13 agosto del 1997, la decisione di gettarmi di slancio nella vita d’artista ha rappresentato un momento forte di questa vicenda, realizzando qualcosa di quel proposito. E oggi desidero celebrare questa ricorrenza ricordando un momento sorgivo di tale proposito.
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